Regia di Laurence Olivier vedi scheda film
Marilyn regge da sola il peso dell'intera baracca, la quale quindi regge benché con molti scricchiolii. Di riuscito c'è una garbata e bonaria presa in giro delle vecchie classi regnanti. Olivier tuttavia deve aver dato agli attori istruzioni confuse, ed essi (specie lui stesso) non sanno bene come comportarsi, offrendo così dei personaggi pasticciati. Olivier, appunto, com'è esattamente? E' un dongiovanni che vuole solo sesso mordi e fuggi? E' uno che cerca amore? All'inizio sembra stravedere per lei in tutti i sensi, ma poi... Perché quando è tanto su di giri per la presenza della venere bionda nel suo salottino interrompe l'intimità con squallide telefonate politiche? Di chiaro c'è solo che si innamora alla fine, ma anche qui in modo ambiguo. E Marilyn chi è? Una candida ingenua? Una finta tonta, ma sotto molto intelligente? Una che nasconde i suoi veri sentimenti? Anche i passaggi del suo innamoramento sono confusi e mal definiti. Poteva essere una favolosa commedia romantica, ma è solo una favola un po' pasticciata. Tuttavia, tuttavia... il film si lascia vedere appunto per il fascino di Marilyn, sul cui seno vengono appuntati - con ogni pretesto - una serie incredibile di medaglie, distintivi, coccarde, gioielli. Scelta questa troppo furbesca da parte del regista. Olivier, tu eri fatto per Shakespeare, non per le commedie romantiche.
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