Regia di Luciano Emmer, Enrico Gras vedi scheda film
Uno dei primissimi lavori di Emmer, poco più che ventenne, e del coetaneo collega documentarista Enrico Gras; ai due si affianca in fase di scrittura Tatiana Grauding. Parole non ce ne sono: negli undici minuti di pellicola, tutto ciò che conta per gli autori è ciò che si vede, sospinto dal commento musicale; non si parla dell'opera di Hieronymus Bosch nel suo complesso, quanto nei suoi dettagli. Una didascalia in apertura rivela le fondamentali ragioni di tanta curiosità nei confronti del pittore fiammingo: la sua maniera naturalista di ritrarre l'umanità e la Terra contiene frequenti tracce di surreale che alimentano il mistero attorno alla visione del mondo - e dell'uomo, certamente - da parte dell'artista. I quadri e gli affreschi di Bosch vengono così non tanto mostrati, ma addirittura esplorati, andando puntigliosamente a zoomare sui più minuscoli dettagli che, a tutti gli effetti, costituiscono l'elemento forse più celebre e certo il più ricco di creatività nell'opera del pittore. Il cortometraggio si chiude significativamente proprio su Il paradiso terrestre. 6,5/10.
Uno sguardo ravvicinato e approfondito sull'opera del pittore fiammingo Hieronymus Bosch, che fra il Quattrocento e il Cinquecento ritrasse un'umanità inquieta, in affannata ricerca di un paradiso terrestre.
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