Regia di Sidney Lumet vedi scheda film
Il principe della città (1981): locandina
Danny Ciello è un tenace ed apprezzato detective in servizio presso l'unità speciale della Squadra Narcotici della Polizia di New York denominata S.I.U. (Special Investigations Unit).
Ciello, apparentemente un onesto ed incorruttibile, in realtà è poco per volta caduto nella rete del clientelismo più spudorato. Incastrato da un procuratore che vuol far piazza pulita dei poliziotti propensi alle bustarelle, Ciello, nonostante l'affiatamento con i componenti della sua squadra, accetta di collaborare, agendo da infiltrato.
Approfittando di una stretta parentela con un mafioso locale, Ciello parla e rivela i segreti dei colleghi, ma il fatto gli mette contro, oltre alla mafia italo-americana, anche metà delle forze dell'ordine della città, che da fratello lo considerano ora un giuda.
Il principe della città (1981): Treat Williams
Per questo, minacciato da ogni lato, l'ex poliziotto sarà costretto a fuggire con la famiglia, scortato da 18 poliziotti in borghese, rimettendosi in discussione tra crolli nervosi e attacchi di panico.
Senza peraltro esimersi dall'affrontare un duro e snervante processo che, nonostante le apparenze, saprà alla fine tenere conto di questo suo cambiamento di rotta verso la collaborazione.
Tratto da un romanzo di Robert Daley, trasposto sullo schermo ad opera dello stesso Sidney Lumet assieme a Jay Presson Allen, Il principe della città è un magnifico noir che mette a nudo un fenomeno plateale che ha per anni caratterizzato sottobanco le forze di polizia Usa apparentemente più dinamiche e risolutive, alla lunga incapaci di resistere alla tentazione della bustarella o dell'illecito guadagno sottobanco, dovendo affrontare situazioni con al centro grosse somme di denaro riciclate o grandi quantitativi di stupefacenti.
Il principe della città (1981): Treat Williams
Il principe della città (1981): Treat Williams
Diretto in modo magistrale, con riprese urbane su una New York livida e concitata fotografata in toni plumbei meravigliosi, interpretato da un Treat Williams in stato di grazia e al proprio apice interpretativo, oltre che fisico, Il principe della città sa compendiare dialoghi lunghi, concitati, ma anche serrati e tesi, ad una azione frenetica e nervosa attraverso la quale emerge la frenesia epidermica dei personaggi coinvolti in quella indagine epocale e finalmente risolutiva, che li sta demolendo anche psicologicamente.
Pur non avendo riscontrato un successo di pubblico paragonabile ai celebri e riuscitissimi Serpico, Quel pomeriggio di un giorno da cani o Assassinio sull'Orient Express, Il principe della città rappresenta una delle opere cardine della filmografia del grande regista di Filadelfia.
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