Regia di Leopoldo Savona vedi scheda film
Il Duca Altichieri fa assassinare il principe Filippo Della Scala per prendere il potere al posto suo. Hanno così inizio dieci anni di spietata tirannide, che solo l’inaspettato arrivo del Principe dalla maschera rossa, un vendicatore in incognito, potrà porre a termine.
In sostanza ci troviamo davanti a una specie di Zorro apocrifo, una storia di vendetta da parte di un eroe mascherato nei confronti di un signorotto tiranneggiante con scontatissimo colpo di scena, però, sull’identità del vendicatore e con ben poche trovate interessanti nella storia. È l’esordio di Leopoldo Savona dietro la macchina da presa, dopo aver assistito fra gli altri Zampa e Mastrocinque; il regista figura inoltre qui nel team di sceneggiatura insieme a Massimo Mida (ovvero Puccini) e Vittorio Carpignano, da un soggetto di Giovanni Addessi. Un lavoro popolare a budget ridotto e con un cast adeguatamente imbottito di seconde linee – non disprezzabili, naturalmente – del nostro cinema dell’epoca, da Frank Latimore a Camillo Pilotto, da Maria Fiore a Livio Ardan (alias Lorenzon), da Sergio Fantoni a Yvonne Furneaux. Il principe dalla maschera rossa conta naturalmente su una buona dose di azione, dialoghi fortemente retorici e su un inevitabile lieto fine che accompagna a braccetto trama principale – definiamola ‘politica’ – e sottotrama rosa; non manca neppure, nella prima parte del lavoro, la solita scena musicale/danzata buttata lì tanto per allungare un po’ il metraggio. Un’ora e mezza scarsa in bianco e nero, fotografia di Vincenzo Seratrice, che trascorre senza particolari intoppi e soprattutto senza alcun tipo di impegno. 3/10.
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