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El cuerpo

Regia di Oriol Paulo vedi scheda film

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La recensione su El cuerpo

di pazuzu
8 stelle

Subito dopo aver chiamato la polizia, il guardiano notturno scappa terrorizzato dall'istituto di medicina legale presso cui presta servizio, finendo investito da un automobile in corsa che lo riduce in coma. Interrogandosi sulle ragioni che possano averlo spinto a tenere una simile condotta, gli agenti scoprono che proprio quella sera dall'obitorio che era tenuto a sorvegliare è sparito un cadavere: quello di Mayka Villaverde, ricca e potente donna d'affari proprietaria di un'importante ditta farmaceutica e sposata ad Álex Ulloa, un uomo più giovane di lei da lei stessa messo alla direzione dell'azienda. Certo di aver realizzato il delitto perfetto causandole l'arresto cardiaco con una tossina letale e irrintracciabile, questi riceve l'inattesa notizia al telefono dall'ispettore Jaime Peña, che lo convoca proprio intanto che, con la giovane amante Carla Miller, sta gioendo per la riuscita del piano, per la ritrovata libertà e per il malloppo pronto da ereditare.
E mentre gli investigatori tentano di comprendere chi possa avere interesse a nascondere quel corpo, strani eventi continuano ad accadere spingendoli a focalizzare l'attenzione sulle responsabilità del neo-vedovo, il quale, a sua volta, inizia a convincersi che la consorte non sia affatto defunta ma ancora viva, vegeta, e assetata di vendetta.

Chi, leggendo la sinossi, si illude di essere alle prese con un horror con fantasmi, spiriti o morti viventi è decisamente fuori strada. Oriol Paulo, finora regista e sceneggiatore perlopiù televisivo, per la sua opera prima sul grande schermo non è intenzionato a spaventare ricorrendo alla soluzione più scontata, anzi orienta per primi i propri personaggi verso la ricerca di risposte che si posino su fondamenti razionali; il suo El Cuerpo ha il respiro del giallo classico, incentrato com'è sulla solidità di uno script incalzante ed accurato (scritto a quattro mani con Lara Sendim) che nel racconto serrato delle poche ore in cui l'azione ha luogo incastona flashback puntuali che se smorzano un po' il ritmo lo fanno per alimentare il mistero, fornendo piccoli tasselli da incastrare nel puzzle tramite ampi scorci del passato recente di Álex e brevi di quello remoto dell'ispettore, mantenendo salda l'attenzione sia sul triangolo sentimentale che ha dato origine al fattaccio che sul testa a testa via via più aperto e furente che si innesta tra i due uomini, e mostrandosi oltremodo scaltro nel dosare le informazioni e nel depistare senza divagare, senza ricorrere al superfluo né disperdersi in sottotrame inutili.
E nel contesto di un thriller "ad orologeria" nel quale nessuno è come sembra, girato con personalità, fotografato (da Óscar Faura) con eleganza, e fornito di un finale a sorpresa improbabile ma non folle, cervellotico ma efficace, non guasta la presenza di caratteri ben definiti, supportati da dialoghi fluidi ed incalzanti ed interpretati da attori in buona forma, come José Coronado nel ruolo dell'ispettore Peña, brusco ed irascibile perché incupito dal lutto ancora da elaborare per la moglie morta in un incidente stradale dieci anni addietro, o Belén Rueda in quello di Mayka, femme fatale dispotica e protagonista apparente, presenza percepita ma calcolata assenza.
El Cuerpo è un mosaico le cui tessere il regista dimostra di saper muovere con abilità e scioltezza, un thriller fluido, compatto, affascinante e spiazzante. Non male per un esordio.

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