Regia di John Landis vedi scheda film
Stabilire quale film sia quintessenziale per capire l'umore e lo stile anni '80 può essere un'operazione inutile: nessun film racchiude in se tutte le caratteristiche necessarie a spiegare un decennio. Sicuramente se scegliessimo questo film includendolo in una gerla assortita di esempi, non avremmo un concetto molto alto di quel decennio perchè riterremmo qualsiasi spettatore dell'epoca, anche quello anagraficamente adulto, inequivocabilmente implicato in processi mentali tipici del periodo puberale.
A quell'epoca a Eddie Murphy bastava sfoderare il suo sorrisone con risata incorporata (una sorta di posa alla Zoolander senza però l'ironia metacritica) per ridurre un lavoro su celluloide in un sicuro investimento: più ghignoni prodotti, più risate, più biglietti staccati.
Per essere certi di produrre tale effetto bisognava però allontanarsi completamente dalla realtà (in quegli anni era facile) e da qualsiasi possibile risvolto drammatico. Troppo problematico il poliziotto a Beverly Hills, occorreva una fiaba, possibilmente sciocca. Così in uno stato africano retto da un monarca assoluto ma giusto (e qua possiamo iniziare ad inarcare la bocca) e soprattutto in pace (e qua possiamo produrci in una risata, ma amarissima) aveva un figlio che desiderava conoscere il mondo e soprattutto una donna al di fuori del suo reame. Il figlio riesce a persuadere il padre (James Earl Jones) lasciandogli credere che visiterà il "mondo" (che altro non può essere che gli Stati Uniti d'America) solo per avere qualche avventura libertina ("Vuoi deliziare il tuo reale augello?"). In realtà il principe impenitente ha uno scopo ben più nobile e lodevole, quello di trovare una fanciulla scopo matrimonio; la trova in una giovane commessa di un fast food, figlia benestante dello stesso proprietario. Un benestante, appunto, ma non un nobile, il che non può che creare scompiglio nell'umore spensierato della famiglia reale africana. Il borghese di successo by american dream Vs the King of Africa. Un uomo che si è fatto da solo nel più puro spirito statunitense che si confronta con un sovrano del corno d'africa disegnato con un esotismo da cartone animato o da etichetta stile liquori Buton. Il film vorrebbe rompere degli steccati, quelli che separano l'uomo nobile da quello comune, in realtà ne crea degli altri ben più alti, tra ricco e povero e tra perbenista e realista. Per ridere con questa commedia occorre l'effetto combinato dell'ignoranza del protagonista con quella di un pubblico lontano da qualsiasi realtà che non sia prodotta artificialmente.
L'interesse del film sta tutta qui: qualche battuta riuscita, e la voglia di sondare un decennio con lo spirito critico dell'antropologo.
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