Regia di John Landis vedi scheda film
La trama è quella di una favoletta, nella quale il principe di turno si proietta dal suo mondo ovattato a quello reale: non per niente, il fiabesco reame (Zamunda) da cui proviene Akeem non esiste, mentre è assai reale la New York dove, per ragioni esclusivamente cinematografiche, va a cercare moglie. Anche se trasposta in chiave all black, non era facile trarre da una trama come questa qualcosa di davvero valido. Come se non bastasse questa debolezza di partenza, l’impostazione del film fu inficiata dalle pretese di Eddie Murphy di dirigere in prima persona Il principe cerca moglie, che l’attore voleva come un veicolo per imprimere una svolta alla propria carriera, da sboccato esponente del proletariato urbano a sofisticato interprete della commedia per tutti. Date tali premesse, l’apporto di John Landis non poteva che essere annacquato. L’impronta del regista si ritrova in qualche spunto qua e là, come nel tratteggio del commerciante Cleo McDowell (il padre della prescelta Lisa, idealista all’inverosimile) che sfrutta biecamente l’assonanza con la catena McDonald’s per fare pubblicità al proprio fast food, o nel veloce accenno ai fratelli Mortimer e Randolph Duke, i due ricconi di Una poltrona per due, ormai ridotti a dormire tra i cartoni. Non c’è bisogno di dire altro, per capire che si tratta di uno dei film meno personali e meno riusciti di Landis, seppure nell'ambito di un cinema professionale e ben confezionato.
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