Regia di Ethan Coen, Joel Coen vedi scheda film
Il nuovo film dei fratelloni americani è un malinconico omaggio non solo alla figura, un po' sfortunata, del grande Dave Van Ronk, a cui il film s'ispira, ma a tutta quella schiera di sognatori che s'aggiravano per New York armati di folk e di chitarra, ancor prima che Dylan arrivasse in città e portasse la musica folk in classifica. Una zona grigia, incompresa e imberbe, splendidamente rappresentata dal leggendario Gaslight Cafè, schiacciata fra il jazz, che era ancora la musica in voga fra gli "hipster" locali, e il fenomeno di Elvis Presley. In questo contesto si muove come un "hobo" moderno questo Llewyn Davis, che girovaga senza costrutto, sfigato e perdente, a simbolo di cento, mille, altri bravi cantautori, fagocitati dalla città e dalla vita. E poi c'è la musica, fondamentale, bellissima, decisiva, attorno a cui è imperniata la pellicola, l'autentica luce che illumina e scalda questo tenue, gentile, ritratto alla Coen. E' un film da "sentire", non solo musicalmente, è un'opera di sensazioni, sguardi, neve, strade, vecchie sedie di legno, New York, freddo e addii. E' una splendida ballata folk che racconta di ciò che non è più e di ciò che rimarrà. Tanto era esuberante "Fratello Dove Sei?", molto più fruibile, tanto è intimista questo. Da vedere, ma preparati e con la giusta predisposizione. Molto bello.
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