Regia di Hossein Amini vedi scheda film
Coppia di coniugi americani in viaggio ad Atene, viene avvicinata da un giovane connazionale che fa la guida turistica e che si propone di accompagnarli in un tour per le vie della città. Inseguiti e braccati dallo spietato emissario di pericolosi clienti che l'uomo aveva truffato con spericolate operazioni finaziarie, sono costretti alla fuga, aiutati dalla giovane guida interessata tanto alle grazie della signora che alla disponibilità economica dell'uomo. Riparati a Creta e ricercati dalla polizia per l'uccisione dell'emissario, dovranno fare i conti tanto con le minacce esterne quanto con le tensioni e le rivalità sentimentali tra i due uomini, alimentati dall'atteggiamento ambiguo della bella signora. Finale tragico.
Come già per il remake di Minghella (da lui sceneggiato) del film di Clement (Plein soleil - 1960) e tratto dal 'Il talento di Mr. Ripley' di Patricia Highsmith, ritornano le atmosfere torbide e patinate del noir melodrammatico yankee in trasferta europea in questo 'I due volti di gennaio' che lo sceneggiatore Hossein Amini adatta, sempre dalla Highsmith, nel suo film d'esordio e già portato sul grande schermo dai tedeschi Wolfgang Storch e Gabriela Zerhau nel 1986.
Se la doppia ripetizione con la comune ispirazione agli intrecci da romanzo d'appendice della celeberrima scrittrice texana dovrebbe mettere in allarme più di uno spettatore, ciò che rende l'operazione del talentuoso iraniano Hosseini particolarmente prevedibile sembra piuttosto l'approccio filologico alla scrittura cinematografica che ne ricalchi da un lato le pretestuose metafore di una ispirazione neoclassicistica al genere (il mito di Teseo, il rapporto conflittuale col padre, la concupiscenza taurina della bella 'Arianna') e dall'altro un disegno dei personaggi che resta inspiegabilmente sulla superfice delle cose, alimentando una dialettica dei sentimenti e delle pulsioni umane che si accontenta di farci fare nè più nè meno che un giretto turistico tra le rovine dell'acropoli greca o della necropoli cretese, suggerendo là che ci sono tutte le premesse per un dramma epico da 'menage a trois' e quà che queste premesse precipitano rovinosamente nell'inellutabile e tragico finale da melodramma telefonato.
Se è vero che la cura per locations (tutte rigorosamente originali, perchè non si dica che si badi a spese!), la straordinaria fotografia di Marcel Zyskind, le belle musiche di Alberto Iglesias e la costruzione dell'atmosfera sembrano rispondere ad una confezione di tutto rispetto, ciò che fà difetto al film sono le sue peculiari qualità cinematografiche in cui l'ambivalenza di un registro, ironico e drammatico insieme, fa da contraltare ad uno sviluppo narrativo scontato e lacunoso e dove la costruzione della tensione è più frutto di una estemporanea abilità tecnica del regista (carrellate, stacchi, dettagli) o affidato alla presenza scenica ed alla professionalità dei suoi bravi protagonisti (Viggo Mortensen su tutti) che all'incombenza di un passato che riannoda i fili del destino sulle colpe e le debolezze dei suoi tormentati personaggi, in balia della capricciosa e insindacabile volontà di misteriose Parche tessitrici.
I due volti di Gennaio (2014): Viggo Mortensen
I due volti di Gennaio (2014): Alcune scene.
Produce Max Minghella, figlio dell'altro Minghella cui, insieme al compianto Pollack, il regista tributa un doveroso omaggio nei titoli di coda. Gli americani,si sa, son sempre'giovani e belli'.
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