Regia di Hossein Amini vedi scheda film
Hossein Amini, sceneggiatore di origine iraniana, ha legato il suo nome al successo di Drive di Nicolas Winding Refn, ma ha un solido curriculum da autore di drammi in costume (da Le ali dell’amore a Le quattro piume) e un presente da firma di blockbuster fantasy (Biancaneve e il cacciatore, 47 ronin) dai risultati altalenanti. Luci e ombre di una carriera che con I due volti di gennaio, adattamento di un romanzo di Patricia Highsmith, segna il suo esordio dietro la macchina da presa di un lungo: storia di un meno talentuoso Mr. Ripley, truffatore poco abile che nel bel mezzo di una vacanza a Creta con l’ignara moglie si trova smascherato e costretto a un omicidio quasi accidentale.
Testimone e complice è un giovane suo concittadino, americano che in Grecia si arricchisce con le tasche dei turisti: fra i due, criminali mediocri e arroganti, nasce una rivalità virile, tra stima reciproca e competizione fatale, che nella moglie ora non più ignara trova il vertice del triangolo. Più ombre che luci nella trasposizione patinata firmata da Amini: storia di personaggi che si nascondono sotto le apparenze, è paradossalmente schiava della sua lussuosa apparenza di confezione thriller. Viggo Mortensen e Oscar Isaac (due fuoriclasse delle rispettive generazioni attoriali) si scambiano con godibile gigioneria il ruolo del gatto e del topo, ma le tensioni che innervano l’opera della Highsmith non rompono mai la superficie di una narrazione scontata come la Grecia da cartolina che la ospita.
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