La recensione su I due volti di gennaio

di alan smithee

8 stelle

Patricia Highsmith è stata una grande giallista e l'adattamento del suo omonimo romanzo, grazie all'abile e sciolta trasposizione a cura dello stesso Hossein Amini, esordiente alla regia ma non certo quanto a scrittura per il cinema, nonché alla pregevole accurata ambientazione greca e turca ad inizio anni '60, conferisce al thriller una buona presa sul pubblico e un accumulo di suspence che ci ricorda, sia pure da lontano, per situazioni ed ambientazione opere famosissime del passato come L'uomo che sapeva troppo o per la carica di tensione legata a misteri familiari irrisolti, il più recente (per ambientazione e periodo di riprese) ed ottimo Frantic.

I protagonisti dei romanzi della Highsmith sono spesso dei galanti truffatori, ladri scaltri e senza scrupoli che tuttavia cedono la loro imperturbabilità glaciale di fronte ad una donna che li coinvolge, attira, annienta col proprio charme e la propria avvenenza.

Succede anche qui nei primi anni '60 ad Atene, dove i truffatori sono ben due. E dove una coppia borghese e distinta incontra e fa amicizia casualmente con una guida americana espatriata in Grecia in fuga da chissà cosa, e di certo dalla famiglia, da un padre deluso, deceduto da poco lontano dal figlio. Il quale lavora e truffa turisti con giochini astuti sul cambio delle valute e seduce turiste sfruttando un indubbio fascino latino che lo assimila agli ellenici.

Viggo Mortensen, Oscar Isaac, Kirsten Dunst

Un marito truffatore che fugge col malloppo in compagnia dell'amata moglie, un giovane di cui la moglie si invaghisce, un tragico incidente che fa da sfondo d un omicidio, seppure involontario. E una rete di sospetti reciproci che contende i due uomini, che anagraficamente e anche fisicamente potrebbero essere padre e figlio, ruoli che il primo non ha mai avuto occasione di ricoprire, e che il secondo invece ha interpretato deludendo le aspettative del vero genitore.

La suspence cresce ed è condotta sapientemente da una regia calibrata e brillante che punta all'essenziale e ad una storia ed un romanzo che non necessitano forzature o effetti inutili.

Ottimi i tre illustri interpreti: Viggo Mortensen, uomo bello e scaltro che riuscirà a trovare la via del riscatto almeno morale nei confronti di un figlio mancato; Oscar Isaac è un figlio prodigo e ramingo che si arrangia come può e sfrutta la sua intelligenza ed avvenenza per sopravvivere e convincersi di aver orgogliosamente fatto bene a rifiutare gli aiuti familiari. Kirsten Dunst è la più convincente attrice e star odierna in grado in impersonare con credibilità una bellezza d'altri tempi che non passa inosservata.

Prodotto dal giovane attore Max Minghella, figlio del prematuramente scomparso regista premio Oscar Anthony, a cui è dedicato il film, cineasta che meglio di molti altri era in grado di conoscere e trasporre sullo lo schermo gli infidi e complessi personaggi usciti mirabilmente dalla penna della Highsmith (penso al suo ambiguo e glaciale Tom Ripley/Matt Damon in Il talento di Mr. Ripley”),The two faces of january è un ottimo thriller in costume che ci lancia in un tuffo credibile e verosimile verso un passato neppure così lontano anagraficamente, in luoghi affascinanti ed eterni da sempre al centro di complotti e trame oscure, frutto della cattiveria combinata all'intelligenza spesso perversa dell'umanità.