Regia di Doug Liman vedi scheda film
Sceneggiato adattando un light novel giapponese (si tratta di una sorta di romanzo breve illustrato), All You Need Is Kill di Hiroshi Sakurazaka, il film ha conseguito un buon riscontro sia nelle sale sia fra i pareri della critica. Sostanzialmente mi trovo d'accordo con la risposta generale e non ho alcuna remora ad assegnargli un buon voto. Lo spettacolo mi ha pienamente soddisfatto, infatti, nel suo essere d'azione e assieme contaminato di fantascienza, una commistione dove traspaiono mille riferimenti e citazioni, più o meno intenzionali non saprei dire. Tanto per indicarne alcuni fra i più recenti, si riconoscono le influenze di Oblivion (2013), Source Code (2011) e persino Avatar (2009), opportunamente mischiati e amalgamati tra loro; questa da me citata è però solo una minima parte, perché l'elenco esaustivo sarebbe davvero troppo lungo e improponibile da riportare al completo.
Nonostante il consueto schema filo-americano-centrico dei blockbuster d'oltreoceano, segno di una prevedibilità di fondo che sopravvive sempre e comunque a qualsiasi tentativo coraggioso d'innesto innovativo, il (video)gioco funziona nell'avvicendarsi della storia, nell'eterno ripetersi in cui ogni volta sorge una scintilla di originalità e si crea lo spazio per una comprensione inedita, un punto di vista differente, un'esperienza nuova che arricchisce. In apparenza sembra unicamente uno scherzo, però a scalfirne la superficie risaltano quei bei momenti di riflessione, per esempio sul dolore e sulla morte, talvolta affidati ai dialoghi, talaltra lasciati impliciti alla mente degli spettatori. Nulla di trascendentale, questo è chiaro, ma è lo stesso uno sforzo apprezzabile di significato aggiuntivo.
Lo svolgimento è avvincente, ricco di alta tensione e ritmo sostenuto. L'innato carisma dei due attori protagonisti e la credibile alchimia instauratasi nella coppia conferiscono ulteriore ascendente emotivo ai personaggi principali, alla sorte dei quali ci si appassiona senza difficoltà. Si segue con piacere e si sorride anche, grazie a un paio di battute e situazioni sparse qua e là, di un umorismo spontaneo e appropriato alle situazioni, mai fuori luogo. Gli effetti speciali sono all'altezza e non se ne abusa. L'intrattenimento è perciò garantito. Il successo giustificato. La promozione meritata.
In un futuro prossimo i Mimic, una super razza aliena, hanno attaccato la Terra, distruggendo le città e lasciando una scia di milioni di vittime umane. Gli eserciti di tutto il mondo decidono di unire le loro forze per un ultimo disperato tentativo di resistenza. Tra i combattenti scelti c'è anche William Cage che, ucciso, a sorpresa si risveglia, ma è condannato a ripetere lo stesso giorno più volte. Finché non conosce Rita Vrataski...
Ti cattura per non lasciarti più, evita la tentazione dell'azione fine a se stessa, dirige con colore e vigore, rende il suo lavoro appetibile per un pubblico eterogeneo e vanta pure una certa autoironia.
L'intraprendente Maggiore William Cage. Il suo classico ruolo da eroe non stanca mai.
L'avvenente Sergente Rita Vrataski. Davvero tosta, un'interpretazione di carattere.
L'esaltato Sergente Maggiore Farell. I suoi pomposi discorsi destano simpatia.
Il rigido Generale Brigham. Di contorno.
Il genere impone una musica adrenalinica e importante. Christophe Beck si dimostra degno del suo compito e scandisce il tempo a suon d'imponenza e carica di motivazione. Niente male.
Il finale provoca qualche interrogativo e perplessità, ma si sorvola sui dubbi con un sorriso.
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