Regia di Doug Liman vedi scheda film
Ricordi di domani, s’intitolava un’antologia di Philip K. Dick pubblicata da Urania nel 1988. E di Dick ce n’è davvero tantissimo in Edge of Tomorrow. Aspirante shooter di blockbuster concettuali mai esaltanti (Jumper), fallimentare autore di calchi pollackiani (Fair Game – Caccia alla spia), Liman, nonostante due filmetti come Swingers e Go - Una notte da dimenticare, è un cineasta frustrante, come dimostra il primo Bourne. È una piacevole sorpresa, dunque, scoprire che alle prese con quest’ultimo film riesce se non altro a confezionare un serrato action movie fantascientifico, utilizzando al meglio le nuove feature architettoniche londinesi e set come il Louvre. Certo, Paul Verhoeven con un materiale simile sarebbe esploso, ma i tempi son quelli che sono. Reinventando lo sbarco in Normandia come un Salvate il soldato Ryan visto dagli occhi di una fanteria dello spazio (c’è anche tanto Heinlein), omaggiando gli esoscheletri di Yoshiyuki Tomino che fanno sembrare i soldati dei Daitarn 3 e di fatto riscrivendo il plot di Source Code, Liman srotola e avvolge la realtà come se fosse un nastro di Moebius. Gli alieni, i Mimics, omaggio all’omonimo film di Del Toro, sembrano licheni cristallizzati, mentre Christopher McQuarrie (I soliti sospetti) tiene i bulloni della suspense ben stretti. Emily Blunt che s’inarca mentre fa le flessioni è spettacolare mentre Tom Cruise, sempre più misterioso nella sua evidenza glamour, è impeccabile.
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