Regia di Raffaele Andreassi vedi scheda film
Un vecchio solo che non riesce neppure a farsi un caffé, e una bella ragazza in costume da bagno sulla terrazza di fronte. Tremenda solitudine, per lui e - chissà - forse anche per lei.
E' una piccola ma densa rappresentazione della solitudine dei vecchi nelle grandi città d'estate. Si parla di uno, ma questi vale per tanti altri come lui.
Il vecchio conduce una vita grama in uno squallido appartamentino, in completa solitudine e in una precarietà generale simboleggiata da alcuni particolari: il fornello che non funziona, la tazzina che si rompe, sporcizia e disordine dappertutto. Unico suo interesse e forse motivo di vita, sono le donne e la bellezza femminile, che finiscono per essere quasi un droga. Nello stesso senso, si mangia con gli occhi la ragazza che prende il sole sul terrazzo di fronte. E' evidente, però, che si tratta di una consolazione molto magra o illusoria, nel quadro di un'esistenza senza senso.
Tra i meriti di questa piccola pellicola va annoverata l'essenzialità e l'incisività, perché riesce a rappresentare con pochi tocchi un personaggio e un tipo di vita, oltre che quello completamente diverso della ragazza. Quanto a lei, secondo me, il film nella prima parte ci indugia un po' troppo, specie pensando al fatto che il verso soggetto è il vecchio, e non la ragazza. In altre parole: d'accordo che è bellissima, ma i diversi primi piani del suo corpo e delle sue azioni finiscono per essere un po' fine a se stessi.
Precisato questo, è un film che fa pensare e che ha il merito di togliere il velo da una realtà oggi assai più diffusa che nel 1962. PS: perché i titoli di testa non indicano il nome degli attori?
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