Regia di Raffaele Andreassi vedi scheda film
Estate in città. Una bella e giovane ragazza sale sul tetto a prendere il sole. Da una vicina finestra, un anziano solo e disperato la spia.
Soltanto nei secondi finali di questo cortometraggio ci è dato di capire cosa intendesse il regista e sceneggiatore Raffaele Andreassi, da qualche anno attivo soprattutto con corti documentaristici. In questo La città calda, lavoro a soggetto, Andreassi ci mostra per una decina di minuti una ragazza che prende il sole sul tetto di casa e un anziano vicino, visibilmente solo e di pessimo umore, che la spia. Poi, in chiusura, la illuminante didascalia: "testimonianze attendibili ci hanno permesso di ricostruire lo stato d'animo del pensionato che si è suicidato. Gli oggetti, i rumori, le circostanze sono identici". Insomma, la storia raccontata nel breve film era una storia vera, sebbene il regista si sia tenuto lontano dalla tragedia e dalla sua rappresentazione; così com'è, comunque, La città calda rimane una visione dalla difficile decodificazione, fors'anche invecchiata prematuramente: mezzo secolo più tardi quese immagini evocano infatti l'idea di una ragazza comunemente emancipata e perfettamente cosciente delle potenzialità del proprio corpo, messa a confronto con un vecchio porcone malvagio. Maschilista il sottotesto originale o femminista quello odierno? In medio virtus stat. 4,5/10.
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