Regia di Will Finn, Dan St. Pierre vedi scheda film
Il magico mondo di Oz nasconde più di un mistero. Niente a che vedere con il sense of wonder del capolavoro musical del 1939, e neppure con l’inquietudine di un piccolo cult anni 80 come Nel fantastico mondo di Oz. Il primo enigma riguarda l’approdo in sala di una produzione qualitativamente assimilabile a un cartoon straight to video: l’animazione vorrebbe inseguire gli ultimi successi Disney (Frozen e Rapunzel), ma i personaggi si muovono amorfi come burattini (sarà forse una scelta metatestuale, visto che il cattivo della situazione vuole trasformare tutti in marionette?) e i fondali spesso paiono presi da un’avventura di Super Mario Kart. I più piccini potrebbero pure apprezzare (le due o tre battute adulte, piazzate per scimmiottare la DreamWorks, passano totalmente inosservate), nonostante questa versione di Dorothy Gale sia una delle più mosce che la storia ricordi, e i suoi comprimari (un grassissimo gufo nerd, una civettuola principessa di porcellana, un soldato-marshmallow coerentemente chiamato Maresciallo?Mellow) scialbe imitazioni di Spaventapasseri, Uomo di latta e Leone codardo (che ci sono, ma fanno ben poco). L’arcano più difficile da svelare, però, riguarda il cast di doppiatori originali, srotolato inutilmente sui lunghi titoli di testa: Dan Aykroyd, Jim Belushi, Martin Short, Kelsey Grammer, Patrick Stuart, Hugh Dancy, Lea Michele, Megan Hilty. Non li sentiremo mai intonare la banalissima soundtrack, ma ci chiediamo comunque cosa ci facciano qui.
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