Regia di Francis Lawrence vedi scheda film
Forte del successo del primo capitolo (quasi 700 milioni di dollari in totale), la saga distopica per eccellenza destinata ai cosiddetti “giovani adulti” può permettersi maggiori mezzi con un budget quasi raddoppiato e si vede tutto, una formula che avanza guardandosi indietro ed avanti, giocando anche sull’usato sicuro (riproposizione di un ulteriore “Hunger games” per quanto in special edition), rimpolpando un cast consolidato (Jennifer Lawrence ormai è una star di sicuro affidamento) con altri nomi spendibili sia per classe (Philip Seymour Hoffman) che per potenziale gradimento tra gli adolescenti (Sam Claflin).
Vinti gli Hunger games, Katniss (Jennifer Lawrence) può fare ritorno al suo Distretto, ma la sua fama di combattente ormai è riconosciuta ovunque, tanto da mettere in allarme il Presidente di Capitol City Snow (Donald Sutherland) che vede in lei una minaccia per l’egemonia del suo potere.
Così assieme al suo nuovo stratega Plutarch (Philip Seymour Hoffman) organizza un’edizione speciale dei giochi nella quale tutti i vincitori delle precedenti edizioni si sfideranno, con l’obiettivo di eliminarli e quindi consolidare il suo controllo.
Ma dal basso qualcosa si sta muovendo.
Un po’ la formula si ripete, ma lo sguardo è inevitabilmente mutato, questo a partire dall’eroina della saga obbligata a crescere troppo in fretta, ad essere forte esteriormente, ma comunque vulnerabile interiormente, anche per quanto già vissuto che non può lasciarla indifferente (in tal senso c’è una discreta ricerca sui traumi emotivi).
Quasi tutto è visto dalla sua prospettiva, Jennifer Lawrence ha ormai le spalle larghe, talento da vendere ed un carattere che non si trova al mercato, capace di dare peso alla sua Katniss in ogni sua sfumatura ed a vedere il “making of” (sterminato sull’edizione in bluray) lo si capisce ancora di più; la sua è una naturale predisposizione, capace di ridere e scherzare fino ad un secondo dal ciak e diventare poi istantaneamente, seria, triste o combattiva a seconda delle necessità.
Il contesto poi si fa più maturo, le condizioni di vita più esasperate, la manipolazione mediale più accentuata, un piccolo saggio sull’assogettazione dei poteri forti sui più deboli, certo il taglio inevitabilmente commerciale non consente voli pindarici (vedasi un paio di esecuzioni tenute fuori campo) che in fin dei conti sarebbero valsi un salto di qualità in più.
E la scelta di riproporre nella seconda parte la stessa formula del primo, ovvero un altro Hunger games, non accusa più di tanto la ripetitività visto che le soluzioni subiscono un’evoluzione tecnica notevole (a partire dall’orologio che gestisce le varie aree con pericoli a random) ed il nuovo regista Francis Lawrence (suo “Io sono leggenda”, 2007) si dimostra capace di dare un felice taglio all’azione senza perdersi in convenevoli e senza tirare troppo per le lunghe.
Quindi è similare nella struttura al precursore, ma migliore un po’ in tutti gli aspetti, forte di intenzioni radicate grazie anche al pregresso e orientato al futuro, in questo aspetto però il finale paga il pegno di divenire più che altro una finestra per lo step successivo.
Comunque è un discreto passo in avanti sotto tutti i punti di vista tra conferme (Jennifer Lawrence in primis), e qualche miglioria (anche sottintesa, questa volta i giochi sono tra adulti), il complesso si fa più completo, peccato solo che la situazione non consenta di andare fino in fondo.
Evoluto (nel suo piccolo).
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