Regia di Francis Lawrence vedi scheda film
Sapevamo tutto della nazione di Panem, dei Giochi della fame pensati per dimenticare nuove rivolte, di Katniss Everdeen rivoluzionaria in nuce, del machiavellismo del presidente Snow, della ricca oasi di Capitol City lontana dai distretti operai ridotti in schiavitù. Conoscevamo tutto del mondo distopico di Suzanne Collins portato sullo schermo dall’interessante Gary Ross nel primo capitolo di una saga diventata popolare anche in Italia, come testimonia il delirio all’anteprima al Festival di Roma 2013. Così la regia meno personale di Francis Lawrence non può fare altro che mostrarci il già visto (e non è che inserendo la new entry Philip Seymour Hoffman cambi qualcosa) in un episodio di raccordo tra il primo, molto più spiazzante, e il prossimo, quello finale e rivoluzionario, purtroppo già pensato in due film (e si spera non finisca annacquato come Twilight). Ciononostante Hunger Games - La ragazza di fuoco riserva ancora qualche sorpresa e, anche se non ci fa più assistere all’uccisione odiosa di una ragazzina infrangendo così una regola non scritta dei blockbuster hollywoodiani, la sua rappresentazione di un mondo dominato da un apparente benessere, in verità sull’orlo del baratro, è molto contemporanea. Peccato però che in giro non vediamo nessun leader come Katniss che sorprende perché nei momenti topici fa ogni volta ciò che meno ti aspetti. Proprio come le scelte della sua interprete, una Jennifer Lawrence sempre convincente.
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