Regia di Rocco Papaleo vedi scheda film
Seconda prova di Papaleo regista,inferiore alla precedente.
Un ex prete,Don Costantino,alias Papaleo,che ha lasciato l'abito talare,perchè innamorato di una donna, che però poi lo ha mollato, viene esiliato in un vecchio faro dismesso,proprietà di famiglia,da sua madre, affinché non si sappia in paese, che si è ormai spretato. La donna,peraltro deve gestire un altro scandalo,sua figlia Rosa Maria,ha lasciato il marito Arturo ed è scappata con una donna,cosi anche loro trovano rifugio lì, seguiti in breve dall'ex prostituta, Magnolia,sorella slovacca della domestica,compagna di Rosa Maria,poi arriverà il cognato cornuto Arturo,pianista mancato e per finire due strambi manovali di una ditta di riparazioni,ex circensi,chiamati per riparare il tetto.
La storia di Costantino e della sua sgangherata famiglia, che si riunisce attorno al faro e pian piano comincia a ristrutturarlo, si potrebbe leggere come la metafora di una generale ricostruzione interiore,una combriccola di personaggi in cerca di autore e di una qualche prospettiva.
Papaleo alla sua seconda regia, dopo il fortunato "Basilicata coast to coast" ripropone una commedia,a passo di musica .Fatiscente ed abbandonato, il vecchio rudere diventa il luogo perfetto,in cui ospitare persone allo sbando,che hanno bisogno di metabolizzare delusioni e fallimenti,ma hanno fantasia e tanta buona volontà,da mettere al servizio della causa.
"Una piccola impresa meridionale" sulla scorta del film precedente, continua ad essere la rappresentazione di un mondo personale che risponde al gusto ed alle passioni di Papaleo,che agisce in modo genuino e indipendente.Tuttavia al di la delle nobili intenzioni del regista, che s'ispira a un racconto scritto da lui medesimo,la commedia s'impantana nei luoghi comuni,all'insegna del facile buonismo,con una sceneggiatura raffazzonata.Persino la trovata finale del matrimonio tra le due donne,che irritualmente celebrato da Don Costantino, susciterà la disapprovazione dell'intera comunità e che teoricamente potrebbe fornire preziosi "input"sul sacrosanto diritto di amare al di là di ogni discriminazione,non riesce ad essere particolarmente incisiva, come dovrebbe e vorrebbe.Peccato perchè il cast è buono, proprio a partire da Papaleo,che è bravo e simpatico,la location incantevole,pare si tratti della Sardegna e per giunta la confezione ha una sua dignitosa eleganza,in più il linguaggio si mantiene composto,malgrado la "scabrosità" di alcune situazioni,però la storia è discontinua e soprattutto non decolla.
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