Regia di Rocco Papaleo vedi scheda film
Secondo film da regista per Rocco Papaleo (dopo l’exploit di “Basilicata coast to coast”, 2010) che conferma un percorso anomalo; infatti quasi sempre i comici italiani rendono di meno quando si cimentano anche alla regia (o per lo meno questo risulta uno sfizio poco utile), invece nel suo caso tra l’autore e l’attore c’è una sostanziale differenza qualititativa per quanto questo film sia, per lui, un mezzo passo indietro (per quanto non proprio falso).
Costretto a trasferirsi in un faro una volta “spretato”, Costantino (Rocco Papaleo) si ritrova presto a condividere questo spazio con l’ex prostituta Magnolia (Barbora Bobulova) ed il cornuto Arturo (Riccardo Scamarcio), lasciato dalla moglie nonché sorella di Costantino.
In breve tempo altre persone convergono in questo luogo che riprende vita tra nuove consapevolezze e qualche sogno.
Pellicola discontinua che riesce a farsi apprezzare per più fattori, ma che poi risulta anche incompiuta in diversi settori, visto che si aprono tante strade, dovute alla coralità dell’insieme, che non sempre trovano degna valenza e/o una destinazione calibrata.
Innanzitutto lo scorcio di territorio utilizzato è semplicemente meraviglioso, peraltro ripreso spesso e volentieri, un vero protagonista partecipativo.
La struttura invece è assai più opinabile, appare infatti esile e condita da abbondanti luoghi comuni (ad esempio il tratteggio omosessuale è spesso maneggiato debolmente), ma il registro è ad ogni modo piacevole, sufficientemente delicato e scandito senza (troppe) uscite fuori luogo e qualche scorcio surreale (per lo più affidati ai due dell’impresa meridionale).
Finale con tentativo d’autore un po’ maldestro (a partire dal matrimonio, arrivando alla nuova destinazione del faro … siamo pur sempre in Italia …), ma comunque saporito e coraggioso e molto distante dalla commedia italiana di questi anni.
Cast e personaggi con luci e ombre; prova positiva per Riccardo Scamarcio che mette in campo la sua passione per la musica, disinvolta e piena di energia Barbora Bobulova, Rocco Papaleo non si appropria (giustamente) di troppo spazio, Sarah Felberbaum con cadenza russa stona, mentre Giuliana Lojodice non può ovviare ad un personaggio che risente di un repentineo cambio di opinioni.
Un film sostanzialmente piacevole, ma forse un po’ troppo ambizioso ed irrisolto, per quanto ci provi manifestando una (sembra) sincera genuinità ed una propria vena artistica, particolarità che però non procedono di pari passo con la materia tangibile.
Sentito, vivace, ma parzialmente insoluto.
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