Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Finalmente Scorsese torna ad alzare l'asticella del suo cinema. Vola alto il buon vecchio Martin con la biografia di Jordan Belfort, il Lupo del titolo. A patto che vi sintonizziate sul politicamente scorretto, il film è divertimento puro. La fiera dell'eccesso è un condensato di denaro, sfarzo, promiscuità, lussuria, imbroglio, speculazione, sballo, tossicodipendenza. Di Caprio, che coproduce, dà corpo e volto al protagonista, conducendoci nel tunnel fantasmagorico del vizio. L'Oscar probabilmente non lo vincerà nemmeno stavolta (i suoi personaggi si somigliano per la verità un po' tutti), ma tiene comunque la parte con energia e credibilità. Il regista italoamericano gira con maestria e aiutato da un'ottima sceneggiatura e, al solito, da un'eccellente colonna sonora, curata dal fido Robbie Robertson, preme sull'acceleratore, facendoci capire quanto deve ancora lavorare David O. Russel per arrivare a certi livelli. Già, perché la gara tra American Hustle e Wolf of Wall Street si traduce in un secco 0-2. "La feccia della feccia" dice Matthew Mcconaughey a inizio pellicola, insegnando al novellino Jordan l'"etica" del mestiere di arrampicatore di borsa. Ascesa e rovinosa caduta di un mostro fabbricasoldi, circondato di avidi affaristi e belle donne. Screenplay di Terence Winter e fotografia di Rodrigo Prieto da menzionare. Tre ore di scoppiettante cinema scorsesiano doc.
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