Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film
'Alì ha gli occhi azzurri' è dotato di una sceneggiatura piena zeppa di cliché su immigrazione, integrazione e convivenza tra etnie differenti, delinquenza minorile: il protagonista Alì (Nader Sarhan) è un ragazzo egiziano che vive a Ostia e ha assorbito la cadenza romanesca ma è combattutto tra retaggi del paese d'origine - in una banalissima scena a scuola chiede all'insegnante di togliere il crocifisso dal muro - e affrancamento dagli stessi, come l'avere come ragazza una coetanea italiana, la qual cosa è mal digerita dalla sua famiglia, ma allo stesso tempo, quando il suo miglior amico e compagno di furti e altri reati più o meno gravi - su tutti il ferimento di un ragazzo in una discoteca - si metterà con sua sorella minore, accoglierà tale fatto in malo modo, addirittura sparando all'amico Stefano (Stefano Rabatti).
Questo intreccio, in cui regista e cosceneggiatore Filippo Gravino non hanno fatto mancare proprio nulla in termini di degrado, con immancabili scene con prostitute e delinquenza spicciola di matrice est europea, di pasoliniano ha unicamente l'ambientazione e i protagonisti borgatari come nei primi lavori dell'autore nativo di Casarsa, ma afflato poetico e compassione sono del tutto assenti, come del resto capacità di analisi in profondità di fenomeni di grande impatto sulla società dei nostri giorni, come quelli trattati nel film.
Non male la resa figurativa, anche grazie alla fotografia di Daniele Ciprì.
Voto: 5.
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