Regia di Claudio Giovannesi vedi scheda film
Mi è piaciuto. Posso dirlo. Finalmente un film italiano dove gli adolescenti di banlieue non sono rappresentati come machiette. Un film duro, crudo, che non finsce come una fiaba, in cui si intrecciano destini meticci e venti che provengono dall'Egitto in piena rivoluzione, dall'est Europa, dalla Roma tagliata fuori dai salotti. Dove per sopravvivere ci si deve inventare ogni giorno qualcosa, mettendo a rischio la propria adolescenza e a nudo la coscienza. Trovare il coraggio di abbattere le barriere, anche in nome dell'amore tra una ragazzina italiana e Alì, ragazzo nato in Italia ma da genitori egiziani musulmani. Scappare, fuggire via di qui, nella speranza di un futuro migliore fatto di piccole cose. Facile dare la colpa a un individuo, ma siamo sicuri che questa colpa non sia intrinseca nella nostra società? Alì scappa da casa perchè questo amore gli viene negato dalla sua famiglia, si mette nei guai per proteggere un amico, ma in realtà la solidarietà a mio avviso va a tutti loro senza distinzioni. E' una guerra tra poveri, una discesa verso un abisso che non prevede fermate per risalire. La ribellione adolescenziale qui non si esplica nei soliti capricci del figlio di papà, va ben oltre. e anzichè affrontare e urlare contro il vento tutti insieme, ci si divide per bande, per nazionalità, in nome di rivalse personali, di rivolte fine a se stesse, che non porteranno nessun miglioramento interiore. Le lacrime di Alì in una delle ultime scene sono il pianto di una generazione perduta, che paga oggi quello che i "vecchi" non sono riusciti a fare ieri. Sognare a colori, nonostante tutto quello che ci buttino addosso sia solo un riflesso di sole pallido.
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