Trama
Stefano e Nader condividono ogni momento della loro esistenza. Entrambi adolescenti della periferia romana invischiati in loschi giri, uno italiano e l'altro egiziano, passano dalle rapine al supermercato alle mattinate in discoteca senza che nulla intacchi il loro rapporto. Anche Brigitte, la fidanzata di Nader, è italiana ma i genitori del giovane si oppongono a un amore che considerano contrario ai loro valori culturali. Dopo l'ennesimo scontro in famiglia, Nader decide di scappare di casa per andare incontro a una settimana in cui cercherà di scoprire la propria identità. Diviso tra l'essere italiano e le radici egiziane, sopporterà freddo, fame, paura, solitudine e perdita dell'amicizia per di capire chi è.
Approfondimento
ALÌ HA GLI OCCHI AZZURRI: NOTE DI REGIA
Al suo secondo lungometraggio di finzione dopo l'esordio con La casa sulle nuvole, Claudio Giovannesi per Alì ha gli occhi azzurri ha preso ispirazione da Pier Paolo Pasolini e dalla sua Profezia per raccontare la vita degli adolescenti della periferia romana. La sua attenzione si è concentrata in particolar modo sul personaggio del giovane egiziano Nader e sulla sua favola contemporanea per la ricerca di una propria identità.
Portato in Concorso al Festival internazionale del film di Roma 2012, ecco come Giovannesi racconta la sua opera: «Alì ha gli occhi azzurri è un film che vuole raccontare l’adolescenza nella società multiculturale italiana di oggi: la vitalità e la complessità dell’adolescenza, la turbolenta ricerca di un’identità, che l’origine non italiana del protagonista di questa storia rende ancor più difficile. Nader, egiziano nato a Roma, diventa per me emblema della seconda generazione italiana: l’identità nel suo farsi, in bilico tra l’eredità della religione e della legge del padre e i costumi occidentali del presente italiano. Nader è in divenire attraverso questa sospensione, e il tentativo inconsapevole di conoscere se stesso diventa un racconto di formazione epico e quotidiano che dura sette giorni.
A volte l’integrazione, nei territori più periferici, si confonde con l’ omologazione, con la perdita della propria appartenenza culturale e religiosa, per sposare il presente nichilista della società dei consumi.
Ma scegliendo di stare sempre accanto a Nader, solo un passo dietro di lui, le ragioni che prevalgono nella sua battaglia quotidiana sono quelle dell’adolescenza, con i suoi valori morali assoluti: l’amore vissuto senza confini e l’amicizia che è fratellanza. Il punto di partenza di questo lavoro è stato proprio il conflitto che Nader viveva, come essere umano, prima di diventare personaggio: l’amore per una ragazza italiana, vissuto quasi in clandestinità, contro il divieto dei propri genitori e della propria cultura ( haram – quello che l’Islam considera proibito). Per sfiorare la verità abbiamo messo in scena quel conflitto con Hosny e Fatima, i reali genitori di Nader, e con Brigitte, la ragazza di cui è davvero innamorato, grazie ad una generosa disponibilità da parte loro ad una delicata auto-rappresentazione.
Protagonista del film è anche Ostia, il lido di Roma, las spiaggia di inverno, un territorio per sua natura più multietnico della capitale. Quasi tutto è raccontato attraverso il punto di vista di Nader: la posizione della macchina da presa è determinata dal suo sguardo, dal suo corpo e dalle sue azioni, in un pedinamento continuo e dinamico in metropolitana, a piedi, in motorino, sulla provinciale, avanti e indietro dalla periferia al centro: gli adolescenti non si fermano mai, non conoscono l’immobilità e noi viviamo l’azione del film insieme al loro movimento vitale, gioioso, chiassoso.
Ma non c’è soluzione al conflitto che Nader porta dentro, tra amore e proibizione, tra la cultura di adozione e quella di appartenenza: resta solo la coscienza e la ricchezza della propria contraddizione.»
Note
Sullo sfondo dell’ennesima strepitosa fotografia di Daniele Ciprì, Claudio Giovannesi (regista, cosceneggiatore e coautore delle musiche), qui al secondo lungometraggio dopo La casa sulle nuvole, riprende in mano la lezione pasoliniana (fin dal titolo, tratto da una poesia di Pier Paolo: «... dietro ai loro Alì dagli Occhi Azzurri, usciranno da sotto la terra per uccidere, usciranno dal fondo del mare per aggredire, scenderanno dall’alto del cielo per derubare...»), aggiornando gli accattoni ai tempi dell’integrazione multiculturale e multireligiosa. La macchina da presa pedina i suoi personaggi reali (Nader e Stefano, interpretati dai perfetti Nader Sarhan e Stefano Rabatti, vivono davvero a Ostia e hanno davvero vissuto gli episodi qui ricreati) nel degrado di una periferia rassegnata.
Trailer
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- Premio speciale della giuria al Festival di Roma 2012
Commenti (2) vedi tutti
Solito film sull'onda dell'integrazione culturale (nostra) che rispecchia tanti episodi che accadono realmente nelle nostre citta', ma non vedo perchè farne addirittura un film, ovviamente con sfondo buonista
commento di mimimomiPICCOLE VITE DI GIOVANI SBANDATI … QUINDI NULLA CHE MI POSSA INTERESSARE. VOTO.0. …///
commento di chribio1