Regia di Aram Rappaport vedi scheda film
Tentativo fallito di dar vita ad un film brillante ed intelligente che infatti, invece di rivelarsi una succulenta satira sul mondo del marketing come ci si aspettava, si rivela solo un filmetto anonimo, inutilmente verboso ed assai inconsistente oltre che indeciso poichè in bilico tra dramma e commedia, non riesce a convincere in nessuno dei due generi.
E' evidente che sia stato realizzato attraverso un basso budget perchè è tutto troppo scadente, dalle misere idee della sceneggiatura alla messa in scena poco incisiva, tutt'altro che convincente e dalla scelta del cast (mai visti così tanti attori di serie C messi insieme di cui nessuno sapeva recitare e lo posso affermare o posso quanto meno esprimere un'opinione a riguardo perchè ho visto il film in lingua originale dato che la versione doppiata in italiano ancora non c'è e dubito che ci sarà) a quella di un'insipida colonna sonora.
Non stupisce dunque il motivo per il quale questo film negli States sia stato un flop destinato sin da subito ad una diffusione limitata direct-to-video, mentre in Italia (ma anche in altri paesi) è stato completamente snobbato e rifiutato... soprattutto qui, con la crisi che c'è, mica abbiamo soldi da buttare per opere così insulse...
Questo "Syrup" si ispira ad un romanzetto per quel che se ne sa, che a parere di molti sarebbe abbastanza migliore del film ed io non avendolo letto, posso solo dire che comunque sia non mi è sembrato di trovarmi di fronte a tutta questa geniale trama o satira sul mondo della pubblicità, ma forse è stato a causa dell'antipatia che suscitano tutti gli interpreti, dal primo all'ultimo che recitando come dei cani, hanno dato vita ad una messa in scena snervante e raramente credibile e divertente.
E' una commedia assai scialba che non funziona sotto nessun livello. Amber Heard in primis che dovrebbe essere la colonna portante del film, si rivela invece fin da subito insopportabile nel ruolo di Six, un'acida e sofisticata impiegata nel settore del marketing che fingendo di essere lesbica (ed Amber in questo caso è una scelta alquanto ironica) vende male se stessa e le sue idee trascinando nel suo "gioco" un povero Cristo disoccupato e sfigato che cercando lavoro nel settore anche, un giorno ha un'idea da un milione di dollari che divide con lei soprattutto per conquistarla... impresa meno difficile di quello che sembra, ma la messa in scena davvero non funziona. Non convince sin dal principio, annoia in molti momenti ed è priva di sapore anche a causa di dialoghi per la maggior parte trascurabili.
Kellan Lutz non ha il fascino di Tom Cruise, nè la simpatia di Danny De Vito, quindi il suo è un personaggio che non riesce ad accattivare e che rimane insignificante per ogni minuto della pellicola, mentre la Heard sarà anche bella, ma qui non ha saputo proprio recitare - e dire che in "Drive angry" e in "The ward" mi era piaciuta abbastanza - e perfino quei pochi monologhi brillanti ed ironici presenti nel copione che le erano stati affidati li fa risultare anonimi grazie ad un'interpretazione monocorde e di una vivacità assai poco naturale o disinvolta. Essere una Barbie non basta per impressionare gli spettatori, perciò lo show offerto che era quasi tutto nelle sue mani, è ben poca cosa - più efficace, divertente e più graffiante del suo personaggio infatti si rivela quello di "Three" interpretato da Brittany Snow.
Anche la vena romantica della storia fallisce dal centrare il suo bersaglio, perciò gli ingredienti non sono stati mescolati bene. Manca il sale che avrebbe potuto rendere questa minestrina saporita a dovere. La guerra delle idee e delle campagne pubblicitarie non diverte come dovrebbe e potrebbe e la storia d'amore tra i due protagonisti non riempie il piatto come forse si era pensato che sarebbe riuscita a fare. E' alquanto incerta e sconclusionata e poi è maldestramente abbozzata poichè gli approfondimenti forniti a riguardo, sono assai semplicistici e non emozionano granchè nonostante la confessione finale "strappa-lacrime" di Six - unica scena forse in cui la Heard risulta un pochino convincente. Confessione infatti basata purtroppo su spunti ed idee davvero scontate e banali, che non raccontano nulla che non sia stato visto e sentito già diecimila volte in altri film.
A nulla vale anche il tentativo del regista di dare verso la fine un tono drammatico e vagamente moralistico al film perchè è veramente tutto troppo scontato ed ordinario.
C'era da aspettarsi un po' più anima in tutto questo, ma soprattutto una sceneggiatura più originale, più elaborata, più ironica, più vivace e meno verbosa ed il cast sarebbe stato da rifare.
Ha uno stile anonimo decisamente non invidiabile. Si vede che proviene dal mondo televisivo anzichè da quello cinematografico.
Dovrebbe seguire seriamente alcune lezioni di recitazione anzichè perdere tempo a pensare a come riempire le pagine delle riviste con le notizie riguardo alla sua liaison con Johnny Depp perchè il suo livello di recitazione è regredito parecchio rispetto al passato.
Simpatica e bravina. Il suo è l'unico personaggio con un po' di sapore e spessore nella storia. Ha una vaga somiglianza con Madonna in "Don't cry for me Argentina" in questo film.
Amorfo ed insipido. Ma non era proprio disponibile un altro attore?
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