Regia di Roland Emmerich vedi scheda film
Un riuscitissimo esercizio di stile (relativamente parlando, trattasi pur sempre di un'immensa produzione multimilionaria), il "White House Down" di Roland Emmerich, che fin dal titolo sembra suggerire una certa, voluta e consapevole esagerazione che caratterizza tutta la pellicola (e anche l'intera filmografia di Emmerich). La deflagrazione aliena di cui era stata vittima la Casa Bianca in “Independece Day” non deve aver portato sufficiente soddisfazione al regista, che ha deciso di tornare sui suoi passi per disassemblarla stanza per stanza [il film si svolge interamente nell’abitazione presidenziale, esplorandola e sfruttandola in ogni sua parte, dal tetto al seminterrato, passando per il giardino, le stanze segrete, la panic room, il centro di controllo e l’Air Force One (ufficialmente un territorio americano volante, e con le cui spettacolari sequenze Emmerich si prende la rivincita su quel cartonato inguardabile presente in “Independence Day”. Ma che vigliaccata mostrarne le sorti nel trailer, visto che a livello narrativo sarebbe voluto essere un colpo di scena!)] con un'autoironia quasi sorprendete per il re dei disaster movie.
Il risultato di questo “non prendersi troppo sul serio” è spassosissimo: il regista alterna con abilità le sue caratteristiche scene d'azione (che forse più che mai denotano una certa esperienza e sicurezza da parte dello stesso) e piccoli e grandi siparietti di comicità sia fisica che verbale, dove con un montaggio più minimale Roland lascia tutto in mano agli attori (possiamo dire con una certa sicurezza che il duo Foxx/Tatum ne esce vincente, ma non garantisco per il doppiaggio italiano).
Tuttavia, pur trattandosi principalmente di intrattenimento, Emmerich non disdegna di ritagliarsi degli spazietti per i suoi spettatori più cinefili e per se stesso. Uno per tutti: l'inseguimento automobilistico nel giardino della Casa Bianca tra mezzi pesanti a colpi di mitra e lanciarazzi: una scena abbastanza lunga e magistralmente diretta e coreografata dal regista con inquadrature spettacolari e un montaggio esaltante che fanno scuola. Questo è cinema! A dimostrarlo ci pensa infatti verso la fine un'inquadratura oggettiva di una telecamera televisiva che mostra freddamente in campo lungo ciò che sta in realtà accadendo: le auto si stanno comicamente rincorrendo intorno ad una fontana. Come si è detto, ci si diverte parecchio sia in senso lato che artistico.
Non manca nemmeno una certa auto-ironia sugli stilemi e i preconcetti dell’America, dove sventolare una bandiera può salvare il mondo e dove sembra ci sia una sovrabbondanza di agenti speciali con Bibbia a portata di mano per effettuare il rituale del giuramento nel caso di un incarico presidenziale d’urgenza (fantastico...).
Per se stesso invece si è ritagliato circa dieci minuti sparsi per tutto il film dedicati a dei momenti poetici che, non sorprenderebbe (e sarebbe divertentissimo), vorrebbero esprimere l’idea di cinema e di mondo del regista: il volo sul far del tramonto e dell’alba di alcuni elicotteri da combattimento corazzati! Talmente leggiadri e seguiti a passo dalla cinepresa, i veicoli tanto rozzi quanto eleganti sembrano danzare in aria sfiorando (poeticamente appunto) specchi d’acqua ed edifici. Inutile dire che gli effetti speciali sono perfetti. Infatti si può intuire la loro natura digitale semplicemente perché la telecamera danza con i veicoli compiendo movimenti pressoché impossibili da realizzare concretamente.
Un film dunque da non perdere, da vedersi con tanti amici e tanti pop corn nella sala più grande possibile (l’IMAX dove l’ho visto io però è esagerato. Non è stata effettuata una vera e propria conversione del formato, quindi se non ve la sentite di spendere quei 3/5 Euro di più, fatelo col cuore in pace), e che probabilmente compreremo tutti in dvd e blue-ray, perché è un film che si riguarda con piacere garantendo al cento per cento svago e distrazione.
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