Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
Il genere dell'affresco storico è una brutta gatta da pelare. Per molti narratori costituisce un punto non tanto di arrivo, quanto di consolidamento, la sopraggiunta consapevolezza di poter dire qualcosa di importante e di possedere l'autorevolezza per essere ascoltati nel proprio punto di vista sulla storia. Ecco, se non si è padroni di questa percezione, giusta o sbagliata che sia, probabilmente è bene non cimentarsi in un'impresa che richiede spregiudicatezza e assenza di incertezze. Che poi il risultato sia più o meno buono o addirittura pessimo, è in fondo l'aspetto meno importante, perché ciò che conta è che lo spettatore nutra la fiducia di abbandonarsi ad una guida sicura. Se ciò non fosse, se si intraprendesse l'opera con titubanza, accorciando il passo e cercando il facile consenso, spargendo qua e là del bozzettismo, utilizzando facce note che diano sostegno ad una storia in cui in tutto sommato neppure io, autore, credo fino in fondo, il risultato sarebbe senz'altro dimenticabile. Non c'è bisogno di aggiungere altro su questo L'Ultima ruota del carro, perché anche se il prodotto finale non è poi tanto male, se sì ci sono scene da salvare, alcune interpretazioni di spicco, ma il risultato è dimenticabile, in un film che si basa su una rilettura della memoria, si è solo perso tempo e risorse preziosi.
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