Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
Rispetto alla media dei film di Veronesi, di certo non esaltante e spesso troppo preoccupato di soddisfare le attese di un pubblico di bocca buona, "L'ultima ruota del carro" mi sembra un progresso abbastanza significativo. Qui abbiamo a che fare con una commedia a sfondo sociale dove, attraverso la vicenda di un italiano medio come tanti che si sposa, si costruisce una famiglia, cambia tanti lavori e incorre perfino in un clamoroso caso di malasanità, Veronesi vorrebbe darci un suo personale affresco in stile "La meglio gioventù", poiché sullo sfondo della trama si intravvedono i principali avvenimenti che hanno segnato un trentennio di storia e cronaca italiana. Tuttavia, se le ambizioni risultano fin troppo elevate, il risultato è migliore di quel che sembra, perché Veronesi sceglie uno stile da commedia all'italiana riveduta e aggiornata alla lezione dei nostri tempi che in più occasioni azzecca il tono appropriato, e soprattutto riesce ad affidarsi ad un cast capace di assecondarlo meglio rispetto a quanto fecero, ad esempio, gli interpreti dei "Manuali d'amore" o di "Genitori e figli". Elio Germano è un attore ormai maturo e sicuro delle proprie risorse espressive e si trova in buona sintonia con il regista, con cui aveva già lavorato da ragazzo in "Che ne sarà di noi", Alessandra Mastronardi è una presenza meno incisiva, ma riesce tutto sommato a cavarsela con un buon mestiere, Ricky Memphis è abbonato a questi ruoli di bamboccione un pò imbranato, che svolge con simpatica professionalità; ma spiccano anche, fra i caratteristi, almeno Alessandro Haber nel ruolo del pittore e Massimo Wertmuller nel ruolo del padre. Il finale nella discarica alla ricerca del fantomatico biglietto della lotteria, e il ritorno a casa con la consapevolezza che le cose importanti della vita il protagonista ce le ha già, è svolto con molta partecipazione e anche con buona efficacia. Mi sentirei di premiarlo con un tre stelle e mezzo su cinque.
voto 7/10
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