Regia di Waldemar Krzystek vedi scheda film
Si chiamava Synchronizacja. È questo il nome in codice dell’operazione che, nella notte tra il 12 e il 13 dicembre 1981, portò alla proclamazione della legge marziale in Polonia. Da mesi il paese era scosso dalle violente rivolte sindacali promosse da Solidarno??, ed il governo del generale Wojciech Jaruzelski, di concerto con l’Unione Sovietica, aveva a lungo cercato di spezzare il fronte della protesta con strumenti meno eclatanti, di stampo propagandistico, politico, poliziesco. Alla fine, tuttavia, decise di usare il pugno di ferro. Gli altri metodi non avevano funzionato, contro un nemico che aveva dalla sua parte non soltanto la forza dei numeri, bensì anche la silenziosa tenacia di singoli appartenenti a quella massa agguerrita, sofferente ed urlante. Quattro piccoli grandi eroi, confusi nella folla, riuscirono, con pochi mezzi e tanta astuzia, a mettere in salvo gli 80 milioni di zloty depositati sul conto corrente del sindacato a Wroc?aw. Sono i protagonisti di una spy story svoltasi nelle retrovie di una delle maggiori rivoluzioni della recente storia europea: un racconto in parte inventato, ma basato su eventi realmente accaduti. Quella che, con un’espressione impropria per quanto efficace, potrebbe essere definita la rapina del secolo, è al centro di un’intricata vicenda a base di complotti, sotterfugi, caccia all’uomo e doppio gioco. Una sfida in cui sono in ballo il futuro di una nazione e il destino di un impianto ideologico, ma i cui personaggi sono uomini comuni, incauti e fallibili benché potenti, coraggiosi ed avveduti benché oggettivamente poveri e indifesi. Una gigantesca macchina si inceppa su un fatto imprevedibile, che subito sfugge al controllo del regime: la volontà popolare esce dai ranghi della disciplina di partito per trasformarsi in un’onda incontenibile, forse non del tutto organizzata, però unita dalla concordia e dalla identità di obiettivi. All’interno di quel colossale movimento, anche le iniziative di gruppi ristretti possono fruttuosamente contribuire alla causa comune: bastano piccoli passi per smuovere i primi ostacoli ed iniziare la marcia. Visti dall’interno e dal basso, dalla prospettiva dei loro artefici, i grandi rivolgimenti sociali possono sembrare poca cosa: del resto sono la manifestazione spontanea del sentimento popolare, che coglie i problemi urgenti e concreti e certo non si preoccupa dell’inquadramento teorico della questione. Qualcuno può concepire un piano, ma si tratta in ogni caso del progetto di un’azione a breve scadenza, che può anche rivelarsi clamorosa, ma che è comunque destinata a fare sensazione, senza poter ambire a fare scuola. L’importanza delle imprese di questo genere va ricercata in un territorio diverso da quello delle creazioni del pensiero, un mondo nel quale vive un’altra forma di genialità: è la capacità di immaginare un meraviglioso possibile, e di realizzarlo con convinzione, usando un piglio disinvolto, benché magari artigianale, nell’affrontare le inevitabili difficoltà. Il film di Waldemar Krzystek svela il risvolto da commedia che si cela dietro il dramma della Storia. È l’aspetto troppo umano che, per una volta, è solo in minima parte quello psicotico e caricaturale che si annida nelle stanze del potere: in primo piano compare invece, vivido e sincero, lo spirito bonario ma solido della gente qualunque, che combatte come può, ossia dando, col cuore in mano, tutto il meglio di sé.
Questo film ha rappresentato la Polonia agli Academy Awards 2013.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta