Regia di Alessandro Blasetti vedi scheda film
Il film si svolge interamente nel giorno di pasqua del 1950. Al commendator Carloni, pieno di boria e disprezzo per gli altri, tutto sembra andare bene: la sua bambina festeggia la prima comunione, lui esibisce la macchina nuova per pavoneggiarsi agli occhi della vicina. Ma l’abito da cerimonia non arriva, bisogna andare a ritirarlo dalla sarta, poi viene smarrito, nascono mille contrattempi, il nervosismo sale (intanto, come controcanto ai guai dei padroni, la servetta cerca continuamente di nascondere i cocci di un vaso rotto). A un certo punto Carloni è anche tentato di comprare l’abito della figlia del vicino di casa, che è povero ma respinge orgogliosamente l’offerta. I coniugi litigano aspramente e la commedia sembra sfociare in dramma, ma si ferma in tempo: l’abito viene riportato da quello che Carloni aveva creduto un ladro e tutti si avviano in chiesa. La sceneggiatura è di Zavattini, e si vede (attenzione minuta ai riti della piccola borghesia, ottimismo di fondo, blando moralismo). La voce off di Alberto Sordi, che equivale alla coscienza del protagonista, è un po’ invadente ma riesce a essere toccante quando introduce un paio di flashforward: uno (divertente) con Carloni morto che, a distanza di anni, non ricorda più un’offesa che gli era sembrata tanto grave; un altro (triste) con lui invecchiato e solo, perché la moglie si è stancata di seguirlo: esito sventato, si suppone, dal salutare bagno di umiltà del finale.
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