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La spia

Regia di Anton Corbijn vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La spia

di miss brown
6 stelle

La caduta del Muro di Berlino nel 1989 ha rivoluzionato la politica mondiale ma ha anche provocato un piccolo terremoto nel mondo degli autori di genere spionistico: improvvisamente venivano a mancare tutte le solide certezze dei tempi della Guerra Fredda, e soprattutto apparentemente non c'erano più "cattivi". Lo stallo è finito nel 2001, con l'attentato alle Twin Towers di New York: un nuovo, enorme nemico su cui sbizzarrirsi, il variegato, poco conosciuto e fino ad allora pochissimo sfruttato mondo musulmano. Ma al britannico David John Moore Cornwell - in arte John Le Carré - la cosa non è interessata più di tanto. Pur profondamente patriottico gli è sempre importato poco delle parti politiche, così come nessun peso hanno avuto nelle sue storie l'evoluzione della tecnologia e delle scienze forensi (credo che non abbia mai usato il termine "Dna"). Fin dal suo primo romanzo - CHIAMATA PER IL MORTO, del 1961 - il nucleo delle sue storie è stato sempre e comunque il Fattore Umano (che è anche il titolo di un capolavoro del suo maestro Graham Greene). Anche in A MOST WANTED MAN - uscito nel 2008, in Italia col titolo di YSSA IL BUONO - a prevalere sul plot spionistico sono i conflitti interiori dei protagonisti.

Ad Amburgo il banchiere Thomas Brue con l'avanzare dell'età vive con sempre maggior disagio il rimorso per la quantità di denaro accumulato dal padre attraverso la gestione e il riciclaggio di conti segreti intestati ad alti burocrati corrotti dell'ex-Urss. Accoglie perciò quasi con sollievo la visita di Annabel Richter, giovane avvocatessa specializzata in diritti civili, che sta seguendo il caso di un clandestino ceceno che reclama in eredità l'ultimo rimasto di quei conti "lipizzani", chiamati così in codice dal nome dei famosi cavalli da parata che nascono neri e da adulti diventano candidi. Nato dallo stupro di un generale russo su una 15enne cecena morta dandolo alla luce, il 25enne Yssa Karpov è un devoto musulmano; racconta (e mostra) di essere stato duramente torturato dai russi che lo accusavano falsamente di terrorismo. Non desidera quei milioni per sé, vuole solo una piccola rendita che gli permetta di studiare medicina; il resto dovrà essere "purificato" donandolo in beneficenza. Tommy e Annabel si danno da fare per aiutarlo.

Contemporaneamente la presenza di Yssa ad Amburgo viene notata dai Servizi Segreti tedeschi, che ancora non si sono ripresi dalla pessima figura di non aver identificato a suo tempo come terroristi Mohamed Atta e i suoi, che proprio ad Amburgo avevano pianificato il loro attentato prima di partire per l'America. L'incarico di seguire il caso è affidato a Günther Bachmann, a capo di un reparto semiclandestino che si occupa di intercettazioni illegali, corruzioni, ricatti, subornazione di testimoni, rapimenti e saltuariamente tortura di sospetti; il tutto naturalmente per il bene superiore della Lotta al Terrorismo. Günther sta tenendo d'occhio da tempo il Dr. Feisal Abdullah, eminente personaggio della comunità musulmana tedesca, pacifista e filantropo, a cui fanno capo decine di associazioni benefiche attive in Medio Oriente. Ma fra di esse c'è anche una società di trasporti cipriota che è sicuramente legata ad Al Qaeda. Il suo scopo sarà d'ora in poi convincere Yssa con ogni mezzo - ripeto: con ogni mezzo - a donare proprio a Abdullah la sua eredità "impura", per poterlo incastrare al momento dell'assegnazione dei fondi.

Quando la produzione, guidata da Simon e Stephen Cornwell, figli dello scrittore John Le Carré, si è assicurata l'interesse al progetto da parte di Philip Seymour Hoffman per la parte di Günther Bachmann, lo sceneggiatore australiano Andrew Bovell (già autore del bellissimo LANTANA e del sottovalutato FUORI CONTROLLO), ha rivoltato il romanzo come un calzino, spostando completamente intorno a lui l'asse della narrazione. I personaggi del banchiere Tommy Brue (uno sfuggente Willem Dafoe che sembra uscito da IL TERZO UOMO), della combattiva avvocatessa Annabel Richter (una bamboleggiante Rachel McAdams, dotata di un unica espressione imbronciata, anche quando è rapita e imprigionata) e di Yssa Karpov (il giovane divo russo Grigoryi Dobrygin) sono ridotti all'osso, insieme al loro passato. Quasi spariscono il turco Melik e sua madre Leyla, che caritatevolmente avevano accolto il correligionario e finiranno stritolati, del tutto innocenti, dal sistema.

In compenso viene elevato a coprotagonista il personaggio in origine meno che secondario della pragmatica e ambigua agente di collegamento Cia Martha Sullivan (un'elegante e glaciale Robin Wright, insolitamente bruna e vivaddio senza tracce di botox), a fare da contraltare a Günther. Ha una squadra affiatatissima (in cui spiccano gli ottimi Nina Hoss e Daniel Brühl); è paziente, testardo, pianificatore, non si accontenta di risultati a breve, preferisce lasciar sopravvivere i pesci piccoli che lo porteranno ad accerchiare il suo vero, grosso bersaglio. Ogni giorno deve opporsi all'ottusità e alle pressioni di Polizia, Servizi Segreti "regolari" e Cia: inutile dire chi vincerà purtroppo il duello.

Sovrappeso, pallido, con la barba lunga, ringhioso, raramente senza una sigaretta o un bicchiere di whisky in mano, il monumentale Philip Seymour Hoffman ha, in quella che resterà la sua ultima apparizione, lo stesso atteggiamento indurito e stanco del mondo che aveva Richard Burton in LA SPIA CHE VENNE DAL FREDDO. La regia distaccata e poco coinvolgente di Anton Corbijn, eccellente fotografo, autore di molti ottimi video musicali e dell'inguardabile THE AMERICAN, non fa però molto per catturare lo spettatore. A parte un paio di sequenze poco convinte di inseguimento c'è poco in termini di azione per essere un thriller. Ha a disposizione un cast invidiabile che però non è aiutato da una sceneggiatura accademica e verbosa, che si perde in interminabili, tagliabilissime scene di dispettucci fra burocrati, e contiene errori notevoli (ad esempio: da quando in qua un pio musulmano si spoglia davanti a una donna, anche se per mostrarle delle ferite? ed è possibile che, inseguito assieme ad un'appariscente bionda, lui si travesta e lei no?). Ma quello che è colpevolmente trascurato è proprio il Fattore Umano: i dubbi, i ripensamenti, le amicizie tradite, la lealtà mal riposte - ovvero ciò che aveva reso THINKER, TAYLOR, SOLDIER, SPY (LA TALPA) affascinante e indimenticabile.

 

 

 

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