Regia di Anton Corbijn vedi scheda film
FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA - CINEMA D'OGGI
Un nuovo intrigo fitto e penetrante tratto da un altro cervellotico complotto uscito dalla penna e dalla fantasia (spesso molto attinente alla realtà) del romanziere John Le Carré. Questa volta decisamente più comprensibile che altri illustri e famosi casi di buon cinema, magari al servizio di vicende farraginose, complesse o comunque non proprio semplici da seguire (La talpa, pur buon film o il ben più statico La casa Russia sono gli esempi più pertinenti).
Anton Corbijn, ripresosi dalla pochezza e banalità della sua precedente spy story costruita ad uso e consumo di un George Clooney svogliato (The American), dà il meglio di sé raccontandoci con un certo ritmo le vicissitudini di un profugo russo-ceceno (Grigorly Dobrygin), in fuga dai torturatori russi e giunto stremato ad Amburgo per rintracciare un ricco banchiere (Willem Dafoe), l'unico in grado di aiutarlo tenendo fede ad una promessa che i rispettivi padri si sono scambiati decenni addietro.
Sulle tracce del profugo, ritenuto un terrorista della massima pericolosità, si mette con la massima convinzione il tenace, ombroso e pingue responsabile di una unità spionistica tedesca, che vuole capire per primo, rispetto ai concorrenti americani (rappresentati da una avvenente spia che ha le fattezze sempre nobili di una Robin Wright insolitamente corvina), le vere mosse del misterioso individuo. Il quale, venuto in contatto con una giovane e tenace avvocatessa, Annabel Richter (Rachel McAdams) cercherà in tutti i modi di tornare un uomo libero per dimenticare le sofferenze e le torture subite.
Intricato certamente, ma non così tanto da risultare incomprensibile, A most wanted man costituisce anche la preziosa (seppur triste) ultima occasione di vedere il gigantesco (in più accezioni) Philip Seymour Hoffman nel suo ultimo ruolo da protagonista: inutile e superfluo ribadire in questa circostanza che la sua interpretazione tenace e appassionata (ottimi i suoi duetti da burbero con la segretaria tedesca, avvenente, visibilmente attratta dal suo capo, ma almeno apparentemente ignorata o tenuta a distanza, qui interpretata dalla brava e bella Nina Hoss) risulta come uno dei punti forte del buon film.
Il film verrà presentato tra qualche giorno alla Festival Internazionale del Film di Roma, ma è già uscito da circa un mese nelle sale francesi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta