Regia di Melvin Frank vedi scheda film
Il tema centrale è l'attrito dell'uomo con la vita, con i suoi meccanismi logori ed incantanti, incattiviti dalla sterile ripetitività. L'esistenza del protagonista Mel è frustrante perché ancorata ad un'avvilente prevedibilità; quando, sul sottofondo di grigiore, si innestano le grandi avversità, il crollo psicologico è inevitabile. La principale fonte di disperazione è l'impossibilità di trovare scampo cambiando ambiente o rifugiandosi negli affetti familiari: tutto è come congelato in un individualismo egoista ed abitudinario, che rende le persone incapaci di affrontare l'emergenza. Se la moglie tenta di tamponare la situazione, sia pur in maniera superficiale e transitoria, affidandosi ad un pragmatismo estremo, e quasi rabbioso, Mel troverà il proprio riscatto solo in un guizzo che gli farà, per un istante, rompere i suoi consueti schemi comportamentali. Il film appare troppo impegnato a sostenere le proprie pessimistiche teorie sulla vita contemporanea e, a tal fine, riduce i personaggi a tipi, impedendone un'adeguata articolazione drammatica e paralizzando, di fatto, la narrazione, che, fino all'ultimo, rimane incanalata su percorsi obbligati.
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