Regia di Melvin Frank vedi scheda film
I grattacieli di New York svettano imperiosi sopra al verde degli alberi, dando l’illusione di una città nella quale regnano il benessere e la fertilità economica. In realtà, al’interno della Grande Mela si annidano tristezza, solitudine e piccole miserie umane. Nella Seconda Strada, al quattordicesimo piano di un bell’appartamento, vivono Mel (Jack Lemmon) e Edna (Anne Bancroft) Edison, lui impiegato lei casalinga, sposati da anni e da sempre a combattere con le piccole insicurezze quotidiane. Mel sta passando un periodo di depressione, accentuato dall’improvviso licenziamento nella fabbrica dove lavorava da 22 anni. La difficoltà di reinserirsi nel mondo del lavoro ed un furto nella loro abitazione gli causano un esaurimento nervoso dal quale è difficile riprendersi. Edna, inizialmente apprensiva, comincia ad avere problemi anche lei, divisa tra il sostegno al marito e la necessità di trovare un lavoro che possa sopperire alle sicurezze perse da Mel e garantire il mantenimento ad entrambi.
Tratto da una pièce teatrale di Neil Simon, che l’ha anche adattato e sceneggiato, Prigioniero della Seconda Strada è una commedia amara e malinconica che riflette sulla piaga della disoccupazione, soprattutto quando arriva all’improvviso e in un momento nel quale è difficile porvi rimedio. Ma è soprattutto la triste rappresentazione di una città alienante che, dietro le parvenze di benessere e ricchezza, mastica e trita i suoi cittadini lasciandoli soli e indifesi , in perenne lotta contro il mondo. Le improvvise intrusioni del notiziario locale, che comunica fatti e notizie ora assurde e ora surreali, confermano la follia di una città che sembra aver smarrito la strada e l’identità culturale. L’esaurimento nervoso di Mel ha il suo culmine nel momento in cui viene licenziato, ma è in realtà radicata nella quotidianità di una vita che non lo soddisfa, durante un’estate afosa nella quale gli diventa impossibile sopportare vicini rumorosi e maleducati, muri di cartapesta che si distruggono al primo battervi contro, termoventilatori che non funzionano o tubi dell’acqua bloccati. L’origine teatrale si sente, ed a volte è il limite principale del film. Gli stessi Jack Lemmon e Anne Bancroft esasperano un po’ i toni delle loro interpretazioni, con un istrionismo a tratti sopra le righe. Ma entrambi sono comunque bravissimi, nella loro dolce e tenera miscela di ironia e commozione. Nonostante l’umorismo ed un finale consolatorio, Prigioniero della Seconda Strada è un film che a distanza di tanti anni ci appare amaramente e terribilmente attuale.
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