Regia di Antonio Morabito vedi scheda film
Nascosto tra le pieghe di un festival di Roma ricco di proposte, questo film propone un ritorno alla realtà nudo e cruda, quella che arriva direttamente dalla cronaca e dalle inchieste dei giornali. Il film di Antonio Morabito infatti entra nel merito degli scandali legati alle lobby farmaceutiche accusate di speculare sulla salute dei cittadini alimentando il mercato con il commercio di medicinali scadenti ,e somministrati in numero superiore rispetto alla domanda. Una guerra spietata tra colossi della chimica che trova i suoi sicari negli informatori farmaceutici che spacciano il prodotto, corrompendo medici consenzienti.
Non tutti sono uguali, qualcuno si ribella e prova a cambiar rotta, ma a perdere è sempre e solo la salute dei pazienti. Un quadro sconvolgente che Morabito riassume attraverso la parabola di Bruno (Claudio Santamaria), il venditore di medicine, disposto a tutto pur di conservare un posto diventato precario a causa della crisi. L’unica possibilità di salvezza e’ quella di convincere il primario di un grande ospedale (un inedito e glaciale Marco Travaglio) di firmare il contratto per l’acquisto di un prodotto costoso, e probabilmente poco efficace. Il tempo stringe e di mezzo ci sono anche le aspettative della moglie di Paolo, tenuta all’oscuro sulle difficoltà finanziare del marito e per questo desiderosa di avere un figlio. Morabito tratta la vicenda alla stregua di un noir metropolitano, costruendo un meccanismo credibile negli snodi che assicurano la tensione, senza per questo perdere nulla nell’analisi del problema. La qualità più importante del film e’ la chiarezza di una denuncia che non diventa mai didascalica. L’unico difetto, si fa per dire, e’ quello di non lasciare l’illusione di un mondo migliore. Cinema italiano che sembra fatto in America. Per Claudio Santamaria la possibilità di un rilancio in grande stile.
(icinemaniaci.blogspot.com)
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