Regia di Laura Chiossone vedi scheda film
Quando il cinema e il teatro si incrociano, quando la vita e il lavoro si intersecano in maniera così speculare da non riuscire (noi del pubblico) a distinguere più una dall'altra se non grazie a stratagemmi di regia abili e accattivanti. L'opera prima di Laura Chiossone è innanzi tutto un omaggio al mestiere dell' attrice, visto qui come una occupazione come tante altre di gente comune, che ti costringe ad applicarti e a stare via di casa quando là avresti tantissime cose importanti da fare, prima fra tutte quella di assistere nelle sue ultime ore una madre morente ma tenera ed affettuosa che ti ha reso quello che ora sei, nel bene e nel male. Ma il film è anche, e più nello specifico, l'occasione per poter conoscere finalmente un po' a fondo un'attrice che da sempre ha dato artisticamente tutto (o quasi) per il teatro, recitando anche con Bramieri e con Garinei e Giovannini, una Gianna Coletti che minimizza le sue doti e qualità che invece noi del pubblico intuiamo e apprezziamo in tutta la loro autenticità e potenza. Ed è bello che sia proprio il cinema a permetterle questa sua apertura verso il pubblico; come è altrettanto commovente che la brava attrice si presti ad aprirci le porte più intime e private della sua vita, dei suoi affetti per una madre tenace ora purtroppo quasi consumata dal passare degli anni. La pellicola si divide abilmente tra la cronaca di una giornata spesa tra l'accudire l'anziana madre nei suoi bisogni più elementari e le prove in teatro, dove si sta allestendo, tra mille difficoltà, soprattutto economiche, uno spettacolo che sembra la fotocopia della situazione privata dell'attrice. E' proprio nella specularità dei due corsi paralleli così similari che spesso la protagonista trova la forza di resistere ad uno stress interiore invero pesante e addirittura si mette in grado di raggiungere la resa perfetta sulla scena grazie ad una immedesimazione privilegiata dalla drammatica situazione che sta vivendo nella vita reale.
Certo poi come si vedrà a tutto c'e' una soluzione, tranne che alla vita che scorre via, inesorabilmente, portandosi via tutto ciò che di più caro cerchiamo di custodire e proteggere tra le mura della nostra intimità. Un film piccolo ma potente allo stesso tempo, che commuove e nel quale ognuno di noi, per la cura dei propri nonni o genitori che siano stati, riesce comunque in qualche modo a riconoscersi, a rivedersi nel teatro della vita e in quello del palcoscenico che ne ricalca spesso fedelmente i passi: in questo contesto è davvero bello, addirittura geniale, che tra vita vera e teatro sia il cinema il mezzo ideale per riunirli e fare in modo che l'uno si rispecchi nell'altro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta