Regia di Fien Troch vedi scheda film
Un film più grande di sé.
Super Dark Times, o: “Tu, Sanguinosa Infanzia/Adolescenza” (Tetralogia 1) - “Summer of '84” di RKSS, ovvero François Simard e Anouk e Yoann-Karl Whissell (Canada, 2018, op. 2a), “King Jack” di Felix Thompson (U.S.A., 2015, op. 1a), “Kid” di Fien Troch (Belgio, 2012, op. 3a), “Ava” di Léa Mysius (Francia, 2017, op. 1a).
Non è una favola, “Kid”, ma, per il momento, il paradiso: la madre (costante universale), brughiere e boschi radi di pino silvestre e betulla.
Quand'ecco sorprendiamo la luce d'ambra rosata dei giorni passati che inonda le stanze dell'infanzia lasciare il posto al mondo degli uomini: ostile.
“Kid” è un'opera rara in cui il comico - l'allenatore di ginnastica vessato, la bidella-infermiera, il compagno di giochi scemo (una via di mezzo fra Milhouse Van Houten e Ralph Winchester, dal taccheggio imbranato ma fruttuoso al Carrefour sotto agli occhi, al naso e alla panza del e in barba al cassiere, all'andare a incastrarsi con la capoccia sotto a una radice sporgente) e l'irricevibile inidoneo zio - dialoga col tragico (la silenziosa scena di caccia mafiosa in Basse Fiandre - dutch fiammingo, quasi Vallonia -, osservata dalla finestra di casa, e la clericalmente mesta afflizione quotidiana dedita unicamente alla sopravvivenza dell'apatica zia), il timor panico con l'obliante noia dei giorni incapiti.
Fien Troch (classe 1978) realizza (regìa, sceneggiatura e casting) il suo terzo (dopo “Een Ander Zijn Geluk” e “Non-Dit / UnSpoken”, e prima di “Home”) lungometraggio (gravido e saturo di sentori e umori del cinema - passando senza soluzione di continuità dai maestri agli allievi - di Michael Haneke e J.-P. e L. Dardenne, Ulrich Seidl e Yorgos Lanthimos, Werner Herzog e Bruno Dumont, David Gordon Green e Benh Zeitlin, Bas Devos e Roberto Minervini, sino ai giovani D.P.Carbone e Matt Sobel) non solo ad altezza, ma pure a distanza di bambino: Kid - il protagonista nomen omen della pellicola - è sempre presente prima che ci si accorga di lui, ha già oltrepassato la soglia ed è quasi al centro della stanza/scena, fermo, che ci guarda, viventi (incapaci ad agire e straripanti tristezza) solo perché morire costerebbe troppa fatica.
Cast di attori non professionisti o, meglio, di non attori, sfruttato al meglio (i ragazzini - Bent Simons e Maarten Meeusen -, i genitori - Gabriela Carrizo e Theo Peeters -, gli zii - Rith Ghoos e René Jacobs, il ragazzo/lavoratore bracciante avventizio/stagionale/giornaliero e il cassiere – Laurens Vervoort e Stefan Lernous).
Fotografia di Frank van den Eeden (“Home”, “the Terror”, “Girl”); montaggio di Nico Leunen, compagno della regista (“NowHere Man”, “the Broken Circle BreakDown / Alabama Monroe”, “Lost River”, “Mediterranea”, “Land” di Babak Jalali cui il film è dedicato assieme ad Antonio Campos); musiche ambient-sperimentali di Senjan Jansen e liturgic'ortodosse trascendenti di Gospodì (più Tchaikovsky e Arkhangelsky); missaggio di Mathieu Cox. Produce Antonino Lombardo [“(l'Albero di) Antonia” di Marleen Gorris, “Rosie” di Patrice Toye, “BrimStone” e “Home”).
Un pre-finale “omaggiato” (?) da “Lady Bird” e un oltre-finale coraggioso e impossibile pervaso da un fulgore tarkovskij-sokuroviano.
Allelùia.
Poi - oltre, ancora, ma non ora e non qui - torna il frinire dei grilli e delle cavallette.
E c'è persino il Sole.
Ed arrivò un bambino con le mani in tasca
ed un oceano verde dietro le spalle.
Disse: Vorrei sapere quanto è grande il verde,
com'è bello il mare, quanto dura una stanza.
È troppo tempo che guardo il sole, mi ha fatto male.
“Kid” è un film più grande di sé.
* * * * (¼) ½
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Assonanze.
Charlie Chaplin
Yasujiro Ozu
Vittorio De Sica
Walt Disney & C.
Roberto Rossellini
Francois Truffaut
Louis Malle
Victor Erice
Steven Spielberg
David Gordon Green
[Stanley Kubrick (Beyond an Other Space-Time Line)]
Shane Meadows
Roberto Minervini
Fien Troch
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Risonanze.
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