Regia di Franco Brocani vedi scheda film
Un uomo con una maschera da scimmione vaga per un labirinto srotolando un gomitolo di filo.
Undici minuti e mezzo in bianco e nero, un delirio di Franco Brocani. Pittore e più in generale artista visivo, sperimentatore senza mezzi termini, il Nostro lavorò parecchio nel cinema - soprattutto come regista di cortometraggi - fra la fine degli anni Sessanta e l'inizio dei Settanta, periodo durante il quale licenziò anche questo La maschera del minotauro. In scena però non c'è un minotauro: c'è effettivamente uno scimmione. E il fatto che si trovi dentro a un labirinto e cerchi di uscirne srotolando un gomitolo lo rende un minotauro ancora meno: casomai fa di lui un teseo. Volutamente fumoso, ma non del tutto indecifrabile, questo esperimento su pellicola di Brocani si basa sia sul mito del labirinto del Minotauro che su un testo di Josè Luis Borges, letto da una voce esterna; tale scritto prende le mosse dal concetto di maschera/ruolo sociale - e la situazione comincia già ad assumere un minimo di senso. Ma sull'enigmatico finale nel quale il protagonista, una volta tolta la maschera, crolla al suolo, l'interpretazione è apertissima. L'idea più semplice - e quindi presumibilmente sbagliata in questa circostanza - è che l'uomo, privato dei ruoli con cui si identifica socialmente, non esiste; in senso più lato, si può intendere che l'individuo sia in realtà soltanto un cumulo di apparenze e nulla più (critica all'uomo-animale simulatore o alla contemporanea smania consumistica?). Musica elettronica a cura di Vittorio Gelmetti, che si sbizzarrisce sul sintetizzatore con esiti non troppo 'orecchiabili'. 4,5/10.
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