Regia di Sophie Fiennes vedi scheda film
Come già nel precedente Guida perversa al cinema (2006), il filosofo e psicanalista Slavoj Zizek ci guida attraverso una serie di scene madri della storia del cinema per raccontarne i risvolti oscuri, taciuti, metaforici, questa volta però in chiave ideologica.
Altre due ore e dieci minuti di Zizek ai massimi livelli: dopo la Guida perversa al cinema (2006) ecco questa Guida perversa all'ideologia, sei anni più tardi, con la medesima regista (Sophie Fiennes) e lo stesso canovaccio. Cioè una lunga serie di scene chiave della storia del cinema commentate dal filosofo sloveno in maniera irriverente e sorprendente, per scoprire come dietro pellicole anche apparentemente innocue si celino messaggi politici e sociali di non indifferente potenza e caratura. Zizek compare poi sui set (ricostruiti, chiaramente) dei film da lui citati, vestito come gli interpreti di cui sta parlando, per aiutare lo spettatore a calarsi nella realtà virtuale della finzione cinematografica. Il risultato in definitiva è simile a un'estrosa conferenza nella quale i fuochi d'artificio dello spumeggiante relatore non oscurano in alcun modo la ponderosa sostanza dei contenuti; e in effetti centotrenta minuti senza posa possono apparire pure estenuanti. Esperimento non nuovo, quindi, ma sempre efficace e altrettanto riuscito del primo capitolo delle 'guide perverse'. 5,5/10.
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