Regia di Brett Morgen vedi scheda film
Non basterebbe l’enciclopedia britannica per tessere le lodi dei Rolling Stones. E noi non saremo mai più testimoni di un altro anniversario di una band che celebra i suoi primi 50 anni. D’altronde Mick Jagger, rispondendo a Dick Cavett che gli chiedeva se riusciva a immaginarsi ancora su un palco a 60 anni, rispondeva serafico e convintissimo: «Yeah, easily, yeah!» (facilmente). Keith Richards e Mick Jagger sono ormai separati in casa e l’irresistibile autobiografia di Keef non ha certo contribuito a calmare gli animi. Motivo per cui la tentazione di leggere Rolling Stones. Crossfire Hurricane come la versione “ripulita” del mito è abbastanza forte e, senza essere dietrologi, è evidente che il film è pensato come un compendio veloce e agiografico. Con tutto il materiale che ci immaginiamo giacere negli archivi stonesiani (senza nemmeno tirare fuori la faccenda di Cocksucker Blues di Robert Frank) non si capisce perché le immagini di repertorio debbano provenire sempre dalle medesime fonti: il film di Peter Whitehead Charlie Is My Darling, Gimme Shelter, Time Is on Our Side e così via. Il tutto sa di confezionato in fretta e furia, mentre non avrebbe certo guastato un approccio filologico e una durata distesa (dai 240 minuti in su), degna di cotanto anniversario. Invece così si passa rapidamente attraverso una vicenda amatissima ma nota e, cosa imperdonabile, ci si dimentica persino di Ian Stewart che Keef, nella sua bio, omaggia come il vero fondatore degli Stones.
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