Regia di Malcolm D. Lee vedi scheda film
Con la strafottenza di chi non ha nessuna intenzione di farsi giudicare, se non dal sonare dei dollari, il capitolo 5 di Scary Movie giunge in sala saltando a pie’ pari la prassi dell’anteprima stampa, per installarsi comodamente, come legge di Murphy comanda, al n° 1 del botteghino. Mera merce audiovisiva da sfruttamento istantaneo, la parodia sfregia con doppi sensi e varie trivialità film horror di recentissima uscita: il canovaccio mixa Paranormal Activity, La madre e Il cigno nero, deraglia in L’alba del pianeta delle scimmie, Inception e Quella casa nel bosco, ammicca al novello rifacimento di La casa e alle Cinquanta sfumature di grigio prossime venture, a Sinister, The Help e via elencando, secondo il format archivistico sdoganato dalla saga e sfruttato poi da Jason Friedberg e Aaron Seltzer. Fatta tabula rasa di qualsiasi forma di coesione (la nullità degli interpreti non giova: sentirete la mancanza di Anna Faris) e accuratamente cancellate le tracce dell’inventiva formale, dei loop demenziali in cui s’inceppava il linguaggio cinematografico di Scary Movie 4 (il migliore della serie, diretto dal David Zucker del benemerito trio ZAZ, qui stanco sceneggiatore), allo spettatore rimane solo l’esercizio pavloviano del riconoscimento dei film, lo smacco carnevalesco (tra scorregge e bassa satira etnica: spiccano segmenti à la Benny Hill Show). 71 minuti portati a 86 dai titoli di coda. Pioggia di guest star cadenti. C’è chi s’accontenta.
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