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Grace di Monaco

Regia di Olivier Dahan vedi scheda film

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La recensione su Grace di Monaco

di alan smithee
5 stelle

 

locandina

Grace di Monaco (2014): locandina

 

“Il mio regno per la tua carriera cinematografica”: questa in sintesi (e sbeffeggiando Shakespeare e il suo Riccardo III) la proposta che un principe di una roccia a picco sul Mar Mediterraneo fece alla star più luminosa e promettente della Hollywood dei tempo d'oro. La quale accettò non senza pentirsene, impegnata da quel momento a recitare un film, anzi una telenovela giallorosa lunga una vita.

“Grace di Monaco”, sontuosissima co-produzione internazionaleche vede coinvolto anche il nostro paese per mano del volitivo e tattico Andrea Occhipinti, non è, diciamolo subito, quella boiata melensa e stucchevole che appare inevitabilmente dai tremendi trailers mandati in onda ad ogni ora, accompagnati da una voce narrante altisonante e celebrativa che erroneamente (ma sempre per colpa degl spot ingannevoli e fasulli) si attribuisce ad Hitchcock (appartiene invece al solito prete intrallazzatore e collaborazionista, qui interpretato validamente da Frank Langella, impegnato a rendere una figura immancabile in tema di inciuci e matrimoni “organizzati” per scopi economico-politici), e dalla musica magniloquente, spudorata, per quanto splendida, di una ineguagliata Maria Callas, che si riferisce alla interpretazione della cantante alla strategica festa della Croce Rossa, che costituì per il Principato l'arma (opportunsta e in senso assoluto blasfema) per uscire da un embargo ridicolo quanto assai temuto e reale.

 

Nicole Kidman

Grace di Monaco (2014): Nicole Kidman

 

Nel bene, (opportunità di fare ed apparire glamour) ma soprattutto nel male (il film è un fumettone che spesso oltrepassa i limiti della sopportazione) “Grace” apre un festival, anzi IL FESTIVAL, (Cannes ovviamente) che spesso ama puntare al gossip e al clamore, prima di concentrarsi sul serio a parlare di cinema vero, con gli autori seri: in questo senso il film di Dahan, un esperto in biopic dopo aver regalato un Oscar alla Cotillard (e dunque alla Francia) grazie alla sua “Mome” Piaff, è una scelta opportuna, come una festa introduttiva che si finge seria e concentrata, ma alla fine è solo sfarzo fine a se stesso. In un Principato visto e fotografato sempre da lontano (i regnanti attuali hanno poco plausibilmente disconosciuto il film in ogni sua fase di realizzazione: proprio loro che in questi decenni ne hanno combinate di tutti i colori, che hanno sempre svenduto le loro storiacce scandalistiche private a rotocalchi di gossip atroci, salvo poi tirarsi indietro di fronte ad un film che fa della loro madre una anacronistica Giovanna d'Arco delle libertà, o, più opportunamente e realisticamente, degli evasori fiscali e dei riciclatori di denaro sporco), seguiamo il dilemma di una donna che ha già fatto la propria scelta, ma non riesce a sentirsi parte della sua nuova vita, soprattutto quando quella vecchia e gloriosa di star di prima grandezza, viene a bussare alla porta in persona del celebre Hitch, che la anela per interpretare la sua Marnie cleptomane folle, nella sua imminente pellicola via di pre-produzione dopo che il maestro stava ultimando le riprese de Gli uccelli).

Intorno al disagio della neo principessa, intrighi di potere a non finire, che assurgono il più piccolo staterello del mondo a fulcro cruciale di una economia sleale e senza regole in grado di far infuriare (con tutte le ragioni) la Francia di De Gaulle e il resto d'Europa e Usa.

 

Nicole Kidman

Grace di Monaco (2014): Nicole Kidman

 

Un feuilleton sfarzoso che prende spunto da fatti reali, per ricamarci sopra con sapiente sfavillio scenografico, particolari che il cinema ama tessere con calcolata scaltrezza. Un manipolo di star ed attori acclamati completano la costruzione regale e faraonica: e se Tim Roth appare spesso confuso o imbarazzato, più efficaci risultano le presenze di Langella (prete de ricchi pentito) o Parker Posey, dinamica dama di corte incline a sventare torbide trame spionistiche.

 

Nicole Kidman

Grace di Monaco (2014): Nicole Kidman

 

E Nicole? Spaesata inizialmente, l'attrice sembra riprendersi man mano fino a trasformarsi, quasi a trasfigurarsi fisicamente nella vera Grace, che traspare sempre più nelle immagini finali, dal cruciale ballo della Croce Rossa alle immagini che precedono i titoli di coda. Non sapremo mai se tutto ciò è frutto di un sapiente calcolo visivo o di make up in progress, o al contrario una fortunata casualità (difficile pensare del resto che il film sia stato girato in sequenza cronologica con la sceneggiatura); tuttavia questa trasfigurazione, un po' sacra, un po' blasfema, è l'aspetto che più mi ha preso di un film ridondante e anche un po' tedioso.

Senza contare, ma quello è un fattore personale legato alla mia appartenenza a questo territorio avaro ma di grande impatto seduttivo, le riprese sul confine italiano nei pressi de La Mortola e i Balzi Rossi: luoghi di bellezza rara (Villa Hambury e il suo parco con pineta a picco sul mare), territori di antichi corsari celebrati da noti scrittori per ragazzi (Salgari); le terre di Italo Calvino, di Ombrosa e del suo Barone Rampante, e dei bizzarri personaggi di Nico Orengo che ha pure sbeffeggiato con ironia e sfacciataggine la sopra citata algida principessa nel suo sfrenato, acuto ed irriverente La guerra del basilico.

 

Nicole Kidman

Grace di Monaco (2014): Nicole Kidman

 

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