Regia di John Lee Hancock vedi scheda film
un film riappacificatore con l'altro sè, quello che(nel caso ci fosse)si tende a credere di aver definitivamente lasciato indietro nel tempo insieme al passato. ma il passato probabilmente è definitivamente passato una volta che si è trapassati, prima risulta sempre arduo affrontarlo, elaborarlo anche solamente accennargli un saluto come ad un vicino impegnativo. la signora travers si reca esclusivamente a los angeles dal signor disney perchè il suo agente la obbliga. se la signora travers non avesse avuto paura di perdere la sua amata casa inglese, probabilmente nel 1964 non ci sarebbe stato nessun "mary poppins" cinematografico. il film di hancock si muove sul filo del rasoio del film sentimentale. i ricordi dolorosi che quel confronto forzato col signor disney le fanno riemergere, la obbligano suo malgrado a fronteggiarsi. sembra quasi che la signora travers non desideri stare meglio. quando entra nella stanza invasa dai gadgets speculativi disneyani, la signora travers una volta sbarazzatasi di tutto quell'ingombro esploitativo, estrae dalla borsa una statuina del budda e svariati medicinali. pasticche che l'aiutano ad affrontare quel viaggio in particolare, ma che sono così famigliari nella sua every day life. addirittura si punisce in una notte particolarmente insonne perche dice a se stessa: "così impari". mary poppins(che specifico non ho mai visto)diventa un film amatassimo dal popolo disneyano(che tu lo sia o no, non importa, se lo ami lo diventi, pare sia il significato)perchè elaborare un passato sofferto e sofferente significa non farsi mai più abbandonare dai ricordi. è inevitabile che nella vita qualcosa non vada propriamente per il verso giusto. e come dice la zia-vento-dell'est alla sorella, lascia che tua figlia veda il padre morto. salvare il signor banks da un ricordo non proprio limpido, significa vedere veramente un albero di ciliegio in fiore come nuvole infilate su stecchini di legno. e non per forza il signor banks deve essere un padre pessimo, può solamente essere un sognatore col vizio della bottiglia o più semplicemente un commerciante dai modi educativi piuttosto rigidi. il film di hancock indica una via. e anche se la signora travers ha sempre le parole giuste, l'ultima parola è una vigliaccata se è strappata con il ricatto. riempirsi la vita di belle frasi non serve a nulla se poi quegli insegnamenti li riserviamo sempre e solamente agli altri. ci scappa anche quasi una lacrimuccia sul finale e quanto è bello quando il miracolo s'intravede attraverso le sembianze spoglie di quello che a tutti gli effetti sembra a più riprese un film per la televisione. dialoghi arguti e scattanti messi in bocca ad una squadra d'attori che t'incollano allo schermo, penso faccia "il resto". ma quanto sono belle le rughe della thompson e della baker. ma quanto è bella la bruttezza di paul giamatti. ma quanto è bella la risoluta determinazione di tom hanks. ma quanto è bella la tenera nerd-aggine di jason schwartzman. ma quanto è bello colin farrell!!!! un pomeriggio al cinema speso bene.
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