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Saving Mr. Banks

Regia di John Lee Hancock vedi scheda film

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La recensione su Saving Mr. Banks

di alan smithee
6 stelle

Saving Mr. Banks celebra e mitizza prima di ogni altra cosa l'incontro - inevitabile ma osteggiato, rimandato, temuto e foriero di lampi, fulmini e saette prodotti dal contatto elettrico ed incandescente tra due poli opposti e contrastanti - tra due personalità e due caratteri davvero unici. Due personalità sensibili ed eccentriche che hanno saputo consapevolmente l'uno, molto meno l'altra, far tesoro dei propri drammi o esperienze personali per costruirci sopra il prodotto di un successo senza precedenti. Ed insieme - dopo mille difficoltà e umoralita', caratterialita' e capricci (che tuttavia non sono gratuiti e insensati come appaiono inizialmente, ma nascondono una loro giustificazione svelataci gradualmente attraverso una serie sapientemente dosata di ripetuti flash back sull'infanzia australiana della eccentrica umorale scrittrice) dell'una, e morbide rassicurazioni di un mellifluo Walt Disney che nasconde, nel suo garbo e nella innata giovialita', una determinazione manageriale più inflessibile della teatralità quasi amabile della bizzarra scrittrice - il prodotto perfetto ed indimenticabile esce finalmente fuori. La storia del cinema e il successo senza tempo di Mary Poppins ce lo insegnano e lo testimoniano in modo inconfutabile.
1961: Walt Disney vs, Pamela Lyndon Travers per una trasposizione cinematografica apparentemente impossibile, che diventa una necessità economica per l'autrice, sessantenne isterica ed inconciliabile che non ha più pubblicato nulla da oltre un ventennio e vive nel Regno Unito in condizioni superiori alle proprie attuali possibilità economiche; ed una necessità più privata e personale che economica per il papa' di Topolino, uomo già ricchissimo e realizzato, che tuttavia ha un cruccio e un risentimento personale con se stesso per non essere ancora riuscito a realizzare una trasposizione da decenni promessa alla propria figlia che trovava nel romanzo della Travers, l'eroina conciliatrice dei propri sonni. 
Il regista John Lee Hancock, che aveva già dato prova di gran direttore di attori col precedente The blind side (Oscar meritato alla Bullock strepitosa), si ripete qui in un film che è un capolavoro di interpretazione, più che di brillantezza di direzione. Tom Hanks ed Emma Thompson giganteggiano più ancora di quanto ci si potesse aspettare e riescono a rendere magistralmente l'uno la morbidezza irreprensibile e risoluta del grande disegnatore, che induce con la sua calma ed apparente dolcezza a risolvere ogni ostacolo più ostinato portando l'avversario dalla sua parte, domandolo e facendolo sentire vincitore anche quanto è stato al contrario messo alle corde e si è arreso: un gran politico insomma. Dal canto suo Emma Thompson tira fuori dalla sua parte la figura di una donna sola che vive nel ricordo di una infanzia felice, ma anche dolorosa per la dipartita prematura di un padre amatissimo che l'ha abbandonata troppo presto; il ricordo di una zia pratica, amabile e schietta intervenuta a salvare i destini e le redini di una casa rimasta in balia di una moglie e madre dal carattere troppo debole, ispirarono nella mente sensibile della bambina il personaggio che la rese poi la scrittrice di fama che tutti conoscono. Una interpretazione, quella della Thompson, indubbiamente da Oscar. Un film patinato come è giusto che sia il mondo disneyano su cui si sviluppa, interessante proprio perché fornisce una giustificazione che umanizza e fornisce una ragione d'essere più esplicita ad un personaggio che, pur amato pressoché universalmente, io ho sempre trovato un po' inquietante, fuori tempo massimo o, al contrario, alieno e misterioso nella sua inquietante razionalita' robotica, come un essere di altri mondi, troppo perfetti e razionali perm andare d'accordo con il caos e le imperfezioni del nostro pianeta.

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