Regia di John Lee Hancock vedi scheda film
La forza del cinema hollywoodiano nella sua forma più classica è quella di sottrarsi al caos del reale, per restituirlo attraverso immagini di sublime compostezza ed accettabilità. Una sorta di catarsi a priori che ha attraversato tempo e pellicola, arrivando ai nostri giorni con la prerogativa di rassicurare lo spettatore con uno spettacolo comprensibile a qualsiasi latitudine.
"Saving Mr Banks" di John Lee Hancok appartiene di diritto a questa categoria, un pò perchè narrando le vicissitudini e le tribolazioni che precedettero la realizzazione di un film come “Mary Poppin” si predispone a raccontare una gamma di sentimenti destinati a fermarsi sulla soglia del dicibile, e per restare al cinema, del rappresentabile; un po' perché la filmografia del suo autore (The Blind Side, ) Lee Hancok, si e' sempre spesa a favore di una visione domestica e familiare, in grado di spiegare e di ricomporre conflitti.
Un processo di revisione qui utilizzato per raccontare di un incontro speciale, quello avvenuto tra Pamela Lyndon Travers, creatrice di Mary Poppins la fantastica tata chiamata a prendersi cura della famiglia Banks, e del suo primo ammiratore, Walt Disney, il padre di Topolino e dei famosi cartoons, ostinatamente alle prese con il tentativo di convincere la riottosa scrittrice a cederle i diritti dell'omonimo romanzo. Un’impresa durata vent'anni, destinata ad un'emozionante resa dei conti nelle pagine di un film che mentre si occupa di rispettare la progressione dei fatti, rivela anche una natura più intima e nascosta che farà luce sui risvolti più segreti della vita dei due personaggi, entrambi condizionati in un modo o nell'altro da una figura paterna ingombrante ed in qualche modo contraddittoria. Un biopic autoreferenziale che Hancok conduce su due diversi piani temporali: quello del presente della storia, scandito dallo scontro di mentalità tra la scrittrice intenzionata a difendere la sua opera dalla mercificazione hollywoodiana, ed il sognatore pragmatico e ambizioso, abituato a raggiungere i suoi obiettivi; e quello del ricordo, focalizzato sull'infanzia di Pamela e della sua famiglia, in cui la genesi del futuro romanzo trova magicamente risposta nelle vicissitudini che accompagnarono la vita della scrittrice, costretta ad assistere impotente alla parabola esistenziale dell'amatissimo padre.
Ed è proprio nell'equilibrio con cui i due livelli si intersecano e si sovrappongono che il film riesce a librarsi sulle vette della fantasia fanciullesca che ispira la materia del film. Un risultato determinato in larga parte dall'interpretazione empatica di una grande Emma Thompson, e da quella misurata ma altrettanto efficace di Tom Hanks, allo stesso modo naturalmente calati nei rispettivi ruoli da una regia che si prende cura di farne sentire l'intemperenza emotiva sottolineandola a secondo dell'età attraverso piccoli accorgimenti formali, con i dolly e le panoramiche a delineare la sconfinata fantasia dell'infanzia, alternati ai piani americani ed alla staticità della macchina da presa che sottolinea le chiusure dell'età adulta. Certo "Saving Mr Banks" lascia fuori dallo schermo i luoghi oscuri di una personalità controversa ed a dir poco discussa come quella di Walt Disney, come pure le idiosincrasie di una natura femminile complessa a travagliata che nel ritratto di Hancok appare invece cristallizzata in quella di una burbera zitella. Ma tenendo fuori l'intelletto ed affidandosi alla magia del cinema, il film diventa un invito a riscoprire il cuore delle persone. Al di là di ogni comprensibile ragione, è questo il messaggio che "Saving Mr Banks" ci invita a seguire.
(icinemaniaci.blogspot.com)
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