Trama
A Cagliari, il commissario di polizia Giampaolo Esposito (Salvatore Cantalupo) deve occuparsi del caso della presunta scomparsa di una ragazza rom di un centro di accoglienza in periferia. Di fronte a un apparente rapimento, Giampaolo si addentra nella comunità rom, conoscendo una realtà e una cultura diverse da quelle che immaginava. Ha anche modo di stringere amicizia con Alina (Luli Bitri), un ragazza rom emigrata a Parigi che si batte contro i pregiudizi sulla sua gente. Ritornata in Sardegna nel suo villaggio natale, Alina si vedrà costretta a confrontarsi con se stessa, rivedendo la sua vita, le sue aspirazioni e la sua vera identità.
Approfondimento
DIMMI CHE DESTINO AVRÒ: UN VIAGGIO NELLA CULTURA ROM
Dimmi che destino avrò segna il ritorno alla regia del regista sardo Peter Marcias a due anni da I bambini della sua vita, film che è valso il Globo d'Oro per la migliore attrice a Piera Degli Esposti. In Dimmi che destino avrò, prodotto da Gianluca Arcopinto, Marcias racconta il viaggio formativo di una ragazza di origine Rom, chiamata a riscoprire la propria identità prima di diventare donna. Presentato in anteprima internazionale nella sezione Festa Mobile del Torino Film Festival 2012, il regista ha accompagnato la sua opera con le seguenti note di regia: «Dimmi che destino avrò è il punto di partenza di un “viaggio”, prima personale e poi da condividere. Prima di cominciare, ignoravo quasi tutto della cultura rom. A poco a poco, grazie a Gianni Loy, scrittore e sceneggiatore che è stato il vero ispiratore di tutto, sono entrato in sintonia con un’opera veramente complessa, sia per l’aspetto narrativo che per i signifIcati ed i sottintesi della storia.
Una storia che fa riferimento a situazioni che mi sono care, come la diversità, l’integrazione, il dramma sociale, affrontate poi con un tocco di realismo magico.
Tra le scelte caratterizzanti e signifcative nello sviluppo del progetto, ho condiviso il netto rifuto della facile tentazione di una scrittura in chiave antropologica o sociologica e la scelta di affrontare il tema del rapporto tra le due culture, quella dei rom e quella dei “gaggè”, in forma diretta, priva di ogni velo o condizionamento che potesse alterare l’essenza del problema.
La storia ha un luogo ed un tempo, necessario ed indispensabile, che si colloca nel mezzo di episodi, qualche volta drammatici, che offrono l’occasione per soffermarsi sulla problematica della convivenza di differenti culture ed etnie.
Ma il film parla soprattutto, ed essenzialmente, di amore. Della possibilità di ascoltarci senza tener conto dell’etnia, della religione, del colore pelle e di altro ancora…. È una strada lunga, a volte diffcile, ma è il mio viaggio».
IL SOSTEGNO DELL'UNICEF
Con le musiche di Éric Neveux e con un cast artistico composto in parte da attori non professionisti di origine rom, Dimmi che destino avrò ha ricevuto il sostegno del Comitato Italiano dell'Unicef «per l’alto valore del messaggio contenuto nel flm. Il tema della discriminazione dei gruppi più emarginati di bambini e adolescenti viene raccontato con grande sensibilità e delicatezza. La conoscenza reciproca si rivela ancora una volta chiave d’ingresso alla libertà, all’inclusione e a una crescita serena».
Note
In questa nuova dimensione, la donna dovrà confrontarsi con se stessa e con le sue più inconfessabili emozioni attraverso “un viaggio” che la condurrà a rivedere le sue aspirazioni e soprattutto la sua vera identità. Questo passaggio segnerà la fine di una stagione della sua vita e l’inizio di una maturità che la renderà più consapevole delle sue debolezze. Tutto il cinema di Peter Marcias, sardo di nascita e romano d’adozione, testimonia un forte interesse per le tematiche sociali e politiche.
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