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Don Jon

Regia di Joseph Gordon-Levitt vedi scheda film

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La recensione su Don Jon

di supadany
6 stelle

Il bravo (attore) Joseph Gordon-Levitt si cimenta per la prima volta con la regia facendo il cazzone, per poi ritrarre la mano.

Irriverente quindi, ma non per questo dissennato, prima sfida le regole e poi le fa sue.

Ai posteri l’ardua sentenza, sicuramente è contraddittorio, ma anche sufficientemente vispo da non essere scartato a cuor leggero.

Jon (Joseph Gordon-Levitt) è un conquistatore di donne, ma non può in ogni caso mai rinunciare alla masturbazione.

Quando conosce la meravigliosa Barbara (Scarlett Johansson), s’innamora, ma non riesce a rinnegare se stesso, il resto lo farà l’incontro a un corso serale con Esther (Julianne Moore).

Per tutti arriva, prima o poi, il momento della riflessione.

 

Joseph Gordon-Levitt

Don Jon (2013): Joseph Gordon-Levitt

 

Joseph Gordon-Levitt è riuscito, con merito, a crearsi una nomea da attore affidabile e qui prova il grande salto da regista senza farsi troppi problemi; cerca la sua strada, ma al contempo è anche troppo evidente/invadente, quasi che volesse far di tutto per non passare inosservato, questo vale nel bene così come nel male.

Si tratta di un film un po’ rozzo, ma contraddistinto da un montaggio vivace e che principalmente sa divertire, ma non per le solite cose, magari per un’espressione inaspettata o semplicemente particolare, in più vi è una logica a monte, ovvero una sostanziale divisione in tre atti per montaggio e musica; libertà, vita da coppia e nuova realtà, non è forse così scontato recepirlo, ma in caso affermativo è un fattore che può fare un minimo di differenza.

E se Jon non è poi un personaggio così nuovo, il fatto che il regista lo interpreti gli dona un’aurea diversa, il resto lo fanno i suoi rapporti con Barbara a Esther che offrono alti e bassi, emozioni molto distanti, ma comunque più di qualcosa che valga di essere visto (anche se altro potrebbe meritare semplicemente di essere rispedito al mittente).

E’ invece più convenzionale il percorso che porta alla conoscenza di se stessi e poi di un problema recondito quanto evidente, ma il regista/protagonista sa anche farsi voler bene.

Tra gli interpreti, Joseph Gordon-Levitt si prende parecchi onori, Scarlett Johnasson è comunque musa oltre che altezzosa e Julianne Moore è sempre un di più che non si può tralasciare (anzi); da segnalare infine i camei di Channing Tatum e Anne Hathaway.

In conclusione, si parla di un film tremendamente irregolare e che sfida l’imperfezione in maniera diretta, per cui, gioco forza, è un’opera che per sua stessa natura distanzia i giudizi, ma pare avere l’ostinazione di non piegarsi in anticipo di fronte a questa eventualità.

Un piccolo merito per un film che può essere anche detestabile, ma anche fondamentalmente piacevole (non nella sua interezza).

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