Regia di Gianfranco Giagni, Fabio Ferzetti vedi scheda film
È Verdone stesso a condurre lo spettatore lì dove tutto cominciò: nell’appartamento romano dove, ancora bambino, usava le tende come sipario e improvvisava un palcoscenico su cui esibirsi per amici e parenti. Gli stessi amici e parenti a cui, affettuosamente, ha sempre “rubato” tic, toni di voce, espressioni, perché?come dice lui «le persone antipatiche non mi hanno mai ispirato». L’inconfondibile voce di Mimmo di Bianco, rosso e Verdone era quella dell’amico d’infanzia; i coatti come Ivano di Viaggi di nozze o Armando di Gallo cedrone sono nati pedinando esemplari di ruspante umanità sul lungomare di Ostia. Il cinema di Carlo Verdone pesca dalla nostra realtà e il bel documentario di Giagni & Ferzetti va a pescare nella realtà di Carlo: se il coro di interpreti & amici può suonare a tratti celebrativo, i momenti catturati sul set (durante la lavorazione di Posti in piedi in paradiso) o dietro le quinte (il regista che porta a spasso in motorino il suo “autista”) sono autentici e onesti. E fra tanti personaggi, caricature, macchiette, diventati icone e fonte di citazioni per almeno un paio di generazioni, il più divertente resta comunque lui, Carlo: negli aneddoti della tata Novilia, del fratello Luca e di un piccolo esercito di fedelissimi compagni di scuola (Margherita Buy, Eleonora Giorgi, Marco Giallini), nei filmati d’epoca, nei duetti (registrati o solo narrati) impagabili con papà Mario.
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