Regia di Gianfranco Giagni, Fabio Ferzetti vedi scheda film
Carlo Verdone non è mai stato un gran regista: dai film a sketch degli esordi (Un sacco bello; Bianco, rosso e Verdone), passando per le cadute degli anni '90 (Perdiamoci di vista; Sono pazzo di Iris Blond; Gallo cedrone; c'era un cinese in coma) fino alle ripetizioni di film come Io, loro e Lara, Verdone ha sempre espresso un cinema piuttosto elementare, dove a comandare era lo script. È tuttavia innegabile il talento che ha saputo manifestare con continuità nell'intercettare cliché, caratteri, vezzi e vizi degli italiani, proponendosi come ideale prosecutore di quella galleria di caratteri che, prima di lui, è stata la cifra interpretativa del suo idolo Alberto Sordi.
Nonostante l'evidenza di alcuni suoi limiti, a Carlo!, confidenzialmente, viene tributato questo documentario ideato e diretto dal critico cinematografico Fabio Ferzetti e da Gianfranco Giagni, documentarista e fratello di Riccardo. Grazie a un'abile opera di montaggio e alle testimonianze dei tanti che hanno conosciuto o lavorato con Verdone (ma quelle veramente imperdibili - in mezzo a una ridda di gente spocchiosa e impostata, Morante e Servillo su tutti, e al tono sempre un po' piagnucoloso dello stesso Verdone - sono di Gianfranco Di Silvestri, detto "il professore" e del suo assistente personale) e al puntuale rintocco con spezzoni dei suoi film, il documentario permette di entrare pienamente nel fenomenologia cinematografica del regista romano. Ciò che emerge più di ogni altra cosa è la capacità di "rubare" dalla realtà, la versatilità nell'imitazione, il talento nell'affabulazione, il tutto, va aggiunto, messo a servizio di sceneggiature spesso fragili e bozzettistiche. Il documentario, pur nella sua medietas priva di guizzi, è un saggio di valore, che consente allo spettatore di farsi un'idea compiuta del cinema verdoniano.
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