Regia di Yoon-suk Choi, John Kafka vedi scheda film
Ho imparato una cosa: si dice Cretacico . Io ho sempre detto Cretaceo. E ne ho imparata un’altra, i dinosauri non erano nel Giurassico. Almeno i dinosauri belli, quelli che vanno nei film. Infatti Steven Spielberg ci ha fatto un filmone su ‘sta roba barando sul periodo dell’era Mesozoica. Cretacic Park in effetti non suona bene.
Cinema- interno- giorno.
Se durante un film l’attenzione si sposta su queste bazzecole allora vuol dire che il film non funziona.
Comunque: film per bambini , corto, colorato, anonimo. Dino è un ragazzino sveglio (leggi: antipatico) e disobbediente che ha uno skate a razzo (leggi: Ritorno al futuro) con il quale scorrazza nella sua cittadina sorta sulle macerie del Cretacico, come dicono da ‘ste parti, e che si nutre del turismo derivante dall’interesse per i fossili di dinosauri. Con la sorella spaccamaroni e l’amico nerd, si infilano in una macchina del tempo progettata dal genio locale, padre del nerd, e vengono trasportati proprio nel bel mezzo della jungla cretacica (adeguiamoci) . Vengono adottati da una T Rex di colore rosa che li scambia per i suoi piccoli mentre due lucertoloni preistorici tramano alle spalle della bella dinosaura per regnare sull’ameno luogo. Comprimari classici : gli antagonisti sfigati, ovvero tre uccelli preistorici chiassosi e mal definiti; il personaggio macchietta, un dinosauro di razza incerta, iperattivo e fastidioso.
Coproduzione Usa-Corea, realizzazione alla vorrei ma non posso dell’anime giapponese, Dino e la macchina del tempo non è altro che il solito caos da mancanza di idee dall’animazione impersonale che sembra il bozzetto digitale di qualcosa di più definito che però non si farà. Personaggi basici, monocordi come basico è lo stiracchiato umorismo fatto di urla, botte, rutti e scorregge. Azione frenetica spaccaocchi. Spiace constatare che la maggior parte dei film di animazione destinati ai bambini ( a parte qualche caso autoriale) si assesti su queste caratteristiche.
Il film rinuncia a qualsiasi verosimiglianza per abbracciare la libertà sfrenata del fantastico e in questo non ci sarebbe nulla di male ma il comparto creativo si è fermato all’abbozzo di tutto quello che serve per fare un film dignitoso. Dino e la macchina del tempo è un pot pourri di tutto il già visto, banalizzato al punto giusto da essere ingollato senza se e senza ma dai bambini, (poco) divertiti dalle scorribande dei bizzarri animaletti preistorici. Mentre la mamma è sempre la mamma, anche se dinosaura, la moralina che guida le azioni delle due genitrici in cerca dei rispettivi figli finiti in epoche diverse stride per eccessiva semplicità. Da una parte un rettile capace di sentimenti, dall’altra un’umana ossessiva e castrante, il tutto buttato lì così, col sorriso ma che appena accese le luci della sala si dimentica immediatamente.
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